Fare business a Rio: Sara Passaglia e le sue scarpe personalizzate
Benedetta Benassi

Benedetta Benassi

Cremonese di nascita e milanese di adozione, amo da sempre studiare le lingue straniere, viaggiare e conoscere nuove culture. Laureata in traduzione, specializzata in comunicazione, dopo anni di lavoro nel settore delle Pubbliche relazioni, nel 2016 mi sono trasferita in Brasile, a Rio de Janeiro, con mio marito e i miei due figli. A Rio ho collaborato con molte ONG e presieduto l'International Club di Rio (ovvero il club degli expat). a gennaio 2020 mi sono trasferita ad Hong Kong e da qui scrivo le mie corrispondenze. Amo leggere, scrivere, e a Rio ho imasrato a ballare la samba!

Si può fare business a Rio de Janeiro, la città del sole, del mare e dell’allegria? La storia di Sara Passaglia, triestina innamorata della città carioca, tanto da farne la sua residenza stabile ormai da molti anni, dimostra che chi vuole, può.

Dieci anni fa Sara Passaglia si è trasferita a Rio, motivata dalla passione che nutre per questa città e dopo varie esperienze lavorative, di recente, ha intrapreso un’attività imprenditoriale nel settore della moda. La sua storia è un bell’esempio della capacità di reinventarsi di molti nostri connazionali, per questo ho deciso di raccontare la sua esperienza attraverso questa intervista.

Sara, come mai hai deciso di trasferirti qui a Rio?

Vivevo a Milano e lavoravo nel settore della moda, ma trovavo quell’ambiente molto superficiale ed ero stanca della vita che conducevo. Così decisi di passare alcuni mesi nel Nord Est del Brasile, per fare un’esperienza di volontariato presso una ONLUS locale. Fu amore a prima vista…

Prima di trasferirti definitivamente a Rio però hai viaggiato molto. Come è andata?

La vita è piena di coincidenze, e io credo che nulla accada per caso. Due giorni prima del mio rientro in Italia, conobbi una signora che fabbricava delle borse molto originali e le proposi di venderle, distribuendole in alcuni negozi di tendenza italiani con i quali avevo contatti. La signora accettò: io rientrai in Italia e proposi le sue borse alle migliori boutique, ma con grande delusione lei non mi mandò mai le sue creazioni… Ma non tutto il male viene per nuocere: tramite lei, infatti, conobbi un’azienda di Los Angeles, Novica, che vendeva prodotti artigianali in tutto il mondo. Ne rimasi affascinata. Così decisi di prendere contatto con questa realtà. Dopo qualche mese andai a trovare un’amica a Los Angeles e ne approfittai per andare a presentarmi personalmente al proprietario di Novica. Incredibilmente, ottenni subito un lavoro!

Iniziai con un training in Perù, poi mi trasferirono a Bali, in Messico, in Thailandia ed infine qui a Rio, che era il mio obiettivo! L’azienda voleva mandarmi in Africa, ma io rifiutai e rimasi qui. Da Rio decisi di non spostarmi più. E pochi mesi fa ho cominciato la mia nuova avventura imprenditoriale.

Perché hai deciso di vivere qui?

Amo la natura del Brasile e penso che i brasiliani siano persone con un cuore grande! Tutti qui mi hanno aperto le porte delle loro case. In Italia non sarebbe mai accaduto. Inoltre il clima di Rio è fantastico, ed io ho bisogno di vivere in un luogo nel quale il cielo è azzurro tutto l’anno! Certo, bisogna avere molta pazienza per vivere qui. Molte cose non funzionano come in Europa. Ma alla fine tutto va nel verso giusto.

Raccontami qualcosa sull’attività imprenditoriale che svolgi a Rio.

Nutro grande passione per la ricerca nel settore della moda e amo valorizzare i prodotti dei singoli paesi. Perciò ho pensato di individuare una marca di scarpe made in Italy prodotta nelle Marche: Principi Milano e venderla qui in Brasile. Mi piace l’idea di valorizzare l’artigianato Italiano, la qualità della nostra pelletteria è unica. E le scarpe maschili non esistono qui. Perciò una bella scarpa maschile italiana a Rio viene molto apprezzata.

Che cosa differenzia le scarpe che vendi?

Le scarpe di Principi Milano sono fatte a mano e quindi totalmente personalizzabili. Esistono circa 200 modelli diversi. Si sceglie il tipo di pelle, il colore, il tipo di suola. Inoltre queste scarpe si possono personalizzare con le iniziali o con una dedica. E durano anche 15 anni!fare business a Rio scarpeChi sono i tuoi clienti in genere?

Sono brasiliani, o stranieri che vivono qui, interessati ad una scarpa di qualità. E io credo che le scarpe siano quell’elemento che fa realmente la differenza nel look di una persona. Inizialmente ho venduto le scarpe Principi Milano solo ad un pubblico maschile, tuttavia mi sono resa conto che anche le donne possono essere interessate a questo tipo di calzature, pur trattandosi di un modello più sportivo ed informale.

Quanto costano in media le scarpe che proponi?

Il costo non è basso (circa 2.000 reali al paio qui in Brasile ovvero 550 euro), ma ritengo sia adeguato ad un prodotto di alta qualità come questo. Una volta preso l’ordine dal cliente lo trasmetto alla fabbrica e 30 giorni dopo le scarpe arrivano direttamente a casa sua. Più comodo di cosi!

Come pensi di sviluppare il tuo business ?

Per ora non ho un negozio fisico. Mi reco io personalmente a casa del cliente e gli mostro i diversi modelli disponibili, i tipi di pellame, scegliamo insieme i colori e le finiture. Per adesso è un business basato sul passaparola. Ho iniziato a farmi pubblicità su un sito di matrimoni, perché qui tutti sono disposti a spendere moltissimo in queste occasioni, ma non è il solo canale che intendo percorrere. Al momento sto esplorando varie opportunità di partnership per capire quale strada possa funzionare meglio per far conoscere le calzature Principi Milano qui in Brasile.

Fare business a RioQual è l’ostacolo più grande che hai incontrato?

Fare business a Rio nel mio settore non è facilissimo, mi sono resa conto che è necessario anzitutto educare la gente. È un processo lento, richiede cultura e buon gusto, tutte cose non scontate qui. A Rio si vive in Havaianas, alcuni non possiedono nemmeno un paio di scarpe chiuse a parte le scarpe da ginnastica! Infine, vorrei che le persone avessero più coscienza di ciò che indossano, scegliendo una calzatura che non è stata prodotta sfruttando il lavoro di altre persone. So che educare a un consumo responsabile non è semplice, ma ci proverò.

Grazie, Sara! È bello conoscere una persona innamorata del Brasile e con questo spirito imprenditoriale. In bocca al lupo per questo bel progetto.

ALTRI ARTICOLI