Vivere in Cina e scrivere un romanzo. La storia di Antonella Moretti
Patrizia La Daga

Patrizia La Daga

Giornalista milanese, co-fondatrice di ItalianiOvunque.com. Si è sempre occupata di temi economici, sociali e culturali e ha condotto trasmissioni televisive su emittenti private. Dal 1999 risiede in Spagna, a Barcellona, dove per alcuni anni ha fondato e diretto la rivista a diffusione nazionale "Ekò", specializzata nella new economy. Nel 2012 ha creato Leultime20.it, sito dedicato ai temi letterari e culturali. Dal 2018 organizza e presenta l'evento di storytelling motivazionale Leadership Arena con grandi personaggi italiani e spagnoli. Leggere, viaggiare e fare sport sono le sue grandi passioni (dopo i suoi due figli).

Vivere in Cina richiede passione, curiosità e una buona dose di spirito di adattamento. Ne sa qualcosa Antonella Moretti, expat italiana, originaria di Trieste, che da quattro anni vive con il marito e tre figli piccoli a Suzhou, una città a un centinaio di chilometri da Shanghai, considerata piccola per gli standard cinesi, visto che possiede “solo” cinque milioni e mezzo di abitanti.vivere in cina - map

Questa esperienza ha ispirato alla quarantaquattrenne triestina un romanzo, Prezzemolo & Cilantro – Storie di donne italiane in Cina, che ha autopubblicato e che ha ricevuto un’ottima accoglienza.

Trasferirsi in un Paese tanto lontano dal nostro, non solo geograficamente, ma anche per cultura, lingua e tradizioni è un passo da compiere con convinzione, specie se si hanno bambini, eppure ci sono passioni che tracciano percorsi di vita e, apparentemente, rendono tutto più facile.

Asia che passione!

Antonella Moretti spiega come l’Asia abbia sempre esercitato un grande fascino su di lei, rendendo semplice la decisione di andare a vivere in Cina:

Mio marito, che oggi qui a Suzhou lavora in un’azienda di macchinari industriali, aveva già lavorato in Asia anni fa. Io ero stata in Vietnam con lui in viaggio di nozze e mi era rimasto un gran desiderio di visitare la Cina. Ho sempre avuto la passione per l’Asia e la sua cultura, perciò da un po’ stavamo cercando l’occasione giusta. Nel 2012 si sono create le condizioni ideali: io lavoravo come contabile ed ero stanca di fare la pendolare, i bambini avevano due e quattro anni, un’età a in cui il cambiamento non è problematico, perciò siamo partiti con molto entusiasmo.

Vivere in CinaLa fase di adattamento è stata, a detta di Antonella Moretti, meno dura del previsto, anche se qualche difficoltà l’ha avuta, specie con la lingua.

Avevo studiato il cinese per conto mio anni fa perché mi piaceva, ero convinta di essere preparata, ma appena sono arrivata in Cina mi sono accorta che non era così. Adesso me la cavo, ma è impressionante vedere come i bambini, invece, anche grazie all’asilo internazionale al quale li avevo iscritti, siano siano diventati bilingue in breve tempo.

Ad agevolare l’inserimento nella nuova realtà è stato il fatto di scegliere un appartamento in un complesso residenziale modernissimo, composto da una settantina di edifici e dotato di tutti i servizi.

Vivere in Cina è diverso dall’idea magica e romantica che uno si fa del paese prima di conoscerlo. Suzhou è una bella città, la chiamano la Venezia d’oriente per i suoi canali, ma è anche un centro moderno. Nel nostro compound vivono molti stranieri perciò il primo passo è stato quello di creare una rete di amicizie, cosa che è si è rivelata piuttosto facile. All’inizio ho avuto qualche problema nell’individuare i luoghi migliori per fare la spesa, con i bambini piccoli è importante mettere in tavola qualche piatto italiano, oggi però conosco tutti i negozi e faccio molto spesso la spesa online. I prodotti italiani si trovano anche se costano di più e si possono pagare anche 10 euro per una mozzarella… Non mancano nemmeno i ristoranti italiani.

Edifici moderni di Sozhou
Edifici moderni di Sozhou
 Partorire in un ospedale cinese

Antonella Moretti ha vissuto anche l’esperienza del parto in Cina, visto che il suo bimbo più piccolo è nato lo scorso anno in un ospedale locale, dove l’ostacolo più grande, a quanto pare, è stata la barriera linguistica.

A differenza delle cliniche private di Shanghai dove medici e infermiere parlano l’inglese, negli ospedali i medici comunicano soltanto in cinese. Io ho partorito in un ospedale con un “reparto vip”, che garantisce infermiere che parlano inglese in modo da poter fare da interpreti ai medici, ma la comunicazione è stata ugualmente abbastanza complicata. Dal punto di vista umano però l’esperienza è stata ottima. Tutti erano premurosi e gentili. La pulizia della stanza, invece, lasciava molto a desiderare.

Mentre l’integrazione tra gli expat di provenienza internazionale è assicurata, più difficile appare stabilire rapporti con la popolazione locale.

La relazione con i cinesi  buona ma non va mai oltre un certo limite perché c’è il timore di offendersi reciprocamente a causa delle differenze culturali. Per esempio, se ti invitano a casa di qualcuno e si porta un regalo, qui lo accettano e lo mettono via senza nemmeno aprirlo, cosa che da noi sarebbe un gesto maleducato.

Una vista dei canali di Suzhou. Foto: macchi
Una vista dei canali di Suzhou. Foto: macchi

Vivere in Cina significa anche abituarsi a riti e gesti differenti, ma non sempre, a detta di Moretti è così facile comprendere qual è il comportamento più adeguato. Un esempio? Il bacio come saluto:

Ci hanno sempre detto che in Cina le persone non si baciano per salutarsi, ma io qui ho trovato anche persone che lo fanno. La cosa è destabilizzante perché non sai mai come devi comportarti.

Vivere in Cina tra inquinamento e umidità

Tra gli aspetti che Antonella Moretti meno ama della vita a Suzhou ci sono il clima e l’inquinamento. Il primo umidissimo tutto l’anno, il secondo a livelli così alti da impedire spesso di stare all’aperto con i bambini.

Capita che il cielo sia grigio per giorni di fila tanto da farmi domandare se valga davvero la pena restare qui. Poi però penso che questa è un’esperienza unica, anche se ora molti espatriati della comunità italiana, che prima era numerosissima, se ne sono andati. La Cina non è più un posto economico per le aziende, qui le imprese ci vengono se hanno obiettivi di mercato locali, ma non più per abbattere i costi e questo ovviamente ha fatto rientrare molti italiani.

Vivere in Cina prezzemoloecilantro_coverPrezzemolo & Cilantro, un romanzo di donne italiane in Cina

Antonella Moretti rivela di aver sempre avuto la passione per la scrittura, tanto fin dai primi tempi del suo trasferimento in Cina ha aperto un blog, CuCINAnto.com, in cui racconta la sua esperienza di mamma italiana espatriata. Dai post su Internet alla stesura di un romanzo il passo è stato breve:

Prezzemolo & Cilantro è un romanzo di donne italiane che come me vivono in Cina. Ho conosciuto tante expat e il materiale non mi mancava. Così ho scritto una storia romanzando una realtà che conosco da vicino. Il libro è stato pubblicato su Amazon lo scorso maggio e l’ho presentato sia qui che in Italia. Presto sarà disponibile anche la versione inglese. Intanto continuo a scrivere per il blog e collaboro anche con altre riviste online dedicate alle mamme all’estero.

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