Andrea Natale
L’Italia di Mameli di Andrea Natale, giovane avvocato e politico negli Usa
Linda Delfi

Linda Delfi

Giornalista giramondo, sono sempre felice se trovo belle storie da raccontare. Nata tra Mantova e Reggio, vivo dove mi porta il cuore, amo il mare e detesto i confini. Navigo in Rete per pescare nuove idee.

A trent’anni ci sono persone che si domandano cosa fare da grandi e altri che hanno già conquistato mete importanti e hanno il loro futuro piuttosto chiaro in mente. Andrea Natale, romano, classe 1988, appartiene alla seconda categoria. La sua storia di giovane italiano all’estero è di quelle che regala fiducia nel futuro della società, indipendentemente dal colore delle proprie idee politiche.

Andrea Natale oggi vive ad Atlanta, dove lavora all’American Center for Law and Justice come law clerk, una figura che non compare nel nostro ordinamento giuridico, ma che è molto diffusa nei Paesi anglosassoni. Il law clerk è un assistente del giudice e si occupa di effettuare studi e ricerche in modo da facilitargli l’emissione della sentenza. Ma l’attività di questo intraprendente italiano non termina tra le carte dei processi.

Benché abbia studiato e vissuto a lungo negli Stati Uniti, Andrea Natale ha mantenuto un vincolo fortissimo con il nostro Paese, tanto da aver creato un movimento politico, L’Italia di Mameli e un gruppo di assistenza per gli italiani nel mondo ribattezzato ItaliAiuta.

In un’epoca in cui molti giovani, non solo in Italia, sanno poco o nulla di storia e si allontano dai temi rilevanti della politica, questo ragazzo nemmeno trentenne è in grado di conversare su Garibaldi, Mazzini o Calamandrei come se si trattasse di commentare una partita di calcio.

La preparazione e la determinazione di Andrea Natale non passano inosservate ed è per saperne di più che abbiamo deciso di intervistarlo.

A vent’anni, mentre studiavi all’Università, ti sei trasferito negli Stati Uniti per imparare l’inglese. Un’esperienza che sembra aver segnato in modo importante il tuo futuro. Che cosa è accaduto in quegli “anni americani” ?

La mia professoressa si chiamava Christiana Okechukwu ed era Nigeriana. In Nigeria, lei aveva fondato l’Inwelle Study and Resource Centre, per insegnare l’uso del computer a giovani e donne della provincia di Enugu, nel suo Paese. “Inwelle” significa “avere qualcuno da aiutare.” Il nome della mia azione sociale, ItaliAiuta, denota l’influenza che Christiana e il suo Inwelle hanno avuto durante la formazione della mia coscienza sociale. Dopo aver preso l’Associate Degree in International Business nel 2011, tornai a Roma per conseguire il Bachelor (l’equivalente della nostra laurea) in Business Administration nel maggio del 2012.

A quel tempo già svolgevi attività di aiuto sociale?

Sì. Mentre studiavo a Roma organizzavo eventi per aiutare gli studenti americani ad integrarsi nella società romana, consapevole delle difficoltà che si possono incontrare quando si studia in un paese straniero. Inoltre, collaboravo con l’Associazione Diplomatici all’organizzazione del Model UN a New York. L’Associazione Diplomatici era il punto d’incontro per giovani da tutta Italia attraverso lo studio delle relazioni internazionali nelle simulazioni dei lavori dell’ONU.  Io gestivo una parte del recruitment di studenti internazionali. Il giorno prima della mia laurea iniziai un tirocinio per il Comune di Roma dedicandomi al tema dei fondi europei.

Andrea Natale
Andrea Natale il giorno della sua laurea

Cos’è accaduto dopo la laurea?

Nell’autunno del 2012 ho iniziato a collaborare con la Prof. Okechukwu per Inwelle e nel 2013, sono stato assunto da IBM Italia a Milano come business intelligence consultant. Nel frattempo studiavo per l’esame d’ingresso alla facoltà di giurisprudenza negli Stati Uniti. Ero convinto che conoscere la legge mi avrebbe dato gli strumenti per comprendere meglio il nostro sistema sociale.  In più, ciò mi avrebbe permesso di ritornare negli Stati Uniti per continuare la mia crescita intellettuale e professionale.

Nel 2014 vieni ammesso a legge in Florida. E anche lì dimostri subito di essere un fuoriclasse.

L’emozione di quel giorno non si può descrivere a parole. In Florida, mi sono dedicato anima e corpo allo studio della legge. Nel mio primo semestre, lavorai come pro bono research assistant e al termine del mio secondo semestre ero il primo classificato su 350 studenti: avevo preso il voto più alto in 7 delle 8 classi previste. Nell’aprile del 2015 mi trasferii alla Emory University School of Law, una delle migliori scuole di legge in negli Stati Uniti.

Cosa ti aveva spinto a cambiare Università? 

Uno dei motivi per cui avevo fatto domanda di trasferimento ad Emory era per incrementare le possibilità di lavorare a New York.  Dopo molti colloqui riuscii ad assicurarmi una posizione per l’estate del 2016 presso il dipartimento legale di una società finanziaria.

Che cosa ti ha lasciato l’esperienza a New York?

L’estate a New York fu un’esperienza unica. Nel 1906, il mio bisnonno sbarcava ad Ellis Island. Centodieci anni dopo io lavoravo al quarantesimo piano su Lexington Avenue, a due passi dalla Cattedrale di San Patrizio. Ed è questa prospettiva storica che mi ha fatto apprezzare il sacrificio di milioni di immigrati italiani che lasciavano l’Italia per assicurare un futuro migliore alle loro famiglie. New York è una città in continua trasformazione dove si può lavorare sodo per realizzare le proprie ambizioni. Lavoravo tanto, ma non mi annoiavo mai. Allo stesso tempo potevo mantenere alcune italianissime routine. Per esempio, nella lobby del mio ufficio, c’era Piada, un ristorante italiano dove mi fermavo ogni mattina per l’espresso e la piadina con la Nutella.

Patriottismo  e politica: la nascita del movimento di Andrea Natale

Nell’Autunno del 2016 torni ad Atalanta per terminare l’Università. È qui che nascono i tuoi progetti politici per l’Italia?

Sì. Era il semestre dell’elezione di Trump e del Referendum Costituzionale in Italia. Dal novembre di Trump ho imparato tre lezioni importanti: primo, l’impossibile è possibile; secondo, le ipotesi possono e devono essere messe in discussione; terzo, la storia è scritta dalle eccezioni e non dalle regole. Nel “dicembre italiano” ho sentito la chiamata dell’Italia quando rispose “No” al Referendum Costituzionale. Da quel momento ho deciso di smetterla di ignorare la sofferenza del nostro Paese. Ho capito che la politica è l’unica via per destare l’Italia dal suo incubo sociale, morale, ed economico.

Nel mio ultimo semestre ad Emory, ho cominciato ad esaminare il sistema politico italiano attraverso la lente dell’emigrazione italiana, tema a me molto caro. Ho continuato a lavorare a L’’Italia di Mameli anche durante l’estate mentre studiavo per il Bar Exam di New York (l’esame di abilitazione all’esercizio della professione di avvocato, ndr). È stata tosta ma sono contento di avercela fatta. I risultati dicono che ho la competenza necessaria per essere un rappresentante legale.

 Quali sono gli obiettivi del tuo movimento politico?

L’Italia di Mameli è nata il 20 dicembre 2016 ed è il ricordo dell’unico vero patriottismo italiano, quello di Mazzini, Garibaldi e Mameli. L’Italia di Mameli è la dedica a chi ha sacrificato veramente la vita per la causa della Repubblica Italiana. Nasce dalla definizione di Patria di Mazzini (il sentimento di unione e comunione che unisce in uno tutti i figli d’Italia) ed intende ripristinare il significato originario di Res Pubblica (il bene pubblico). L’obbiettivo è di realizzare l’idea d’Italia per cui Mameli e la sua generazione sono stati martiri, attraverso la riscoperta sia dello spirito di servizio di Garibaldi che dei valori di eguaglianza e dignità di Mazzini.

Illustraci il tuo gruppo Facebook ItaliAiuta. Come è nata l’idea e con che scopi?

ItaliAiuta è l’azione sociale de L’Italia di Mameli e rappresenta il sentimento di solidarietà per tutti gli Italiani in Italia e nel mondo. ItaliAiuta nasce dall’emergenza dell’uragano Irma negli Stati Uniti. Molti residenti della Florida furono esortati dal Governatore Rick Scott a lasciare lo Stato. I miei zii e mio cugino avevano lasciato la loro casa per rifugiarsi da me ad Atlanta. In quel momento ho capito che anche altri italiani avrebbero potuto avere bisogno di ospitalità. Così, ho iniziato a raccogliere la disponibilità degli italiani ad Atlanta per ospitare altri italiani. In un pomeriggio abbiamo trovato 35 posti letto.Andrea Natale

Hai fatto tutto da solo? E quali altri interventi hai realizzato?

No, ho creato il gruppo insieme a Daniele Ippolito che dalla Puglia si è dato veramente tanto da fare per i nostri connazionali all’estero. Abbiamo aiutato alcuni italiani a lasciare i Caraibi flagellati dall’uragano e altri bloccati a Miami che cercavano di rimpatriare. Ma abbiamo anche assistito italiani che avevano bisogno di un lavoro. Abbiamo aiutato la raccolta fondi di un Italiano per ricostruire il suo ristorante ed abbiamo aiutato il Consolato con la divulgazione delle informazioni e dei contatti d’emergenza. Insomma, abbiamo fatto quello che potevamo e abbiamo fatto quello che non pensavamo di poter fare. Ci abbiamo provato e ci siamo riusciti.

Nella tua esperienza gli italiani all’estero come vedono l’Italia?

Io credo ciecamente nel potenziale italiano che però non viene valorizzato in Italia. Rassegnazione, cinismo e rancore sono sentimenti largamente diffusi tra gli Italiani in Italia e all’estero verso il nostro sistema politico perché i problemi reali sono tanti e di eguale importanza. Per citarne alcuni: la questione del mezzogiorno e la povertà di milioni di famiglie italiane; l’industria dell’immigrazione delle NGOs e il neo fascismo, la violazione sistematica dei diritti delle donne e l’intolleranza sulla diversità di opinione; l’evasione fiscale e i problemi del sistema pensionistico, la decadenza dei valori repubblicani e la tolleranza del baronaggio nelle università, la disoccupazione giovanile, la corruzione economica e morale, etc…

Da italiano, qual è secondo te il bello e il brutto del vivere negli Stati Uniti?

Il bello: le possibilità, apparenti e/o reali offerte dall’economia americana e il focus sulla soluzione invece che sul problema. Il brutto: You are on your own (sei da solo, ndr)

Quali sono gli hobby di Andrea Natale quando torna ad essere un ragazzo ventinovenne e non un avvocato e un politic0? 

Cerco di ritagliarmi del tempo. Mi piacciono la musica e la satira politica di Maurizio Crozza. Inoltre leggo e scrivo per diletto.

Il tuo più grande sogno?

L’Italia di Mameli. La Patria di tutti, la Patria per tutti. Quando riusciremo ad innalzare le tre colonne portanti della Nazione, voto, educazione e lavoro, quella sarà LItalia di Mameli.

Idealismo, passione e determinazione non mancano. Tutto fa pensare che sentiremo parlare di Andrea Natale.

 

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