Lussemburgo, in Europa tra storia arte e natura
Licia Cavallaro

Licia Cavallaro

Licia (Felicia all'anagrafe) Cavallaro è laureata in giurisprudenza e lavora come mediatrice dei conflitti sia in ambito familiare che aziendale. Siciliana di origine vive da 24 anni in Lussemburgo con il marito e tre figli. La sua lunga esperienza di vita in questo Paese ne fa la persona ideale per essere l'Ambasciatrice di ItalianiOvunque.com

Ciao, mi chiamo Licia per gli amici, Felicia all’anagrafe e vivo in Lussemburgo.

Sono nata in Sicilia, quando avevo sei anni mi sono trasferita nel Veneto dove ho vissuto sino ai 20. Ho frequentato l’Università di Bologna e in questa città avevo deciso di fermarmi per il resto della mia vita. Ho sposato un altoatesino e nel lontano ’92 è iniziata la mia avventura in Lussemburgo. Qui sono nati i miei tre figli. Due di loro hanno già spiccato il volo per andare a studiare a Bruxelles e a Vienna. Insomma, non è difficile capire perché mi sento cittadina del mondo e mi piace poter allargare sempre più gli orizzonti.

Cosa faccio nella vita? Sono mediatrice, intervengo per aiutare le persone a gestire qualsiasi situazione conflittuale che si presenti nel quotidiano, in famiglia o nei luoghi di lavoro. I miei hobby  preferiti sono girare i mercatini, le gallerie d’arte e viaggiare.

Mi piace anche la buona tavola, presto molta attenzione alla qualità del cibo e sono iscritta al gruppo FairTrade Letzebuerg, SlowFood Granduché e partecipo alle cene dell’Accademia Italiana della Cucina, delegazione di Lussemburgo.

Ed eccoci arrivati a parlare del paese che è diventato la mia casa da ben 24 anni. Ho così tante informazioni che vorrei trasmettervi sul Lussemburgo che non so da dove cominciare.

Lussemburgo: una piccola nazione con 170 nazionalità diverse

Partiamo dai dati geografici. Il Granducato di Lussemburgo ha le dimensioni di una provincia italiana, il suo territorio si estende per circa 80km e la sua larghezza massima non raggiunge i 60km. In questa superficie convivono persone di più di 170 nazionalità e ben il 43% della popolazione è straniera.

La prima grande comunità del Lussemburgo è portoghese, seguono i francesi ed al terzo posto c’è la comunità italiana.

I primi italiani emigrati qui  lavoravano prevalentemente nelle miniere. Sopraggiunta la crisi siderurgica l’emigrazione operaia si è fermata e hanno cominciato ad arrivare gli italiani che lavoravano nel settore bancario e nelle Istituzioni comunitarie. Ai nostri giorni la comunità italiana è in costante crescita e i nostri connazionali occupano i ruoli più svariati, anche se molti, come spesso accade, trovano lavoro nella ristorazione.

La posizione geografica particolare del Lussemburgo consente agli abitanti di recarsi in mezz’ora in Francia, Germania e Belgio .

In questo Paese si parlano tre lingue: francese, tedesco e lussemburghese.

Vista notturna di uno scorcio della città di Lussemburgo. Foto: David Evers
Vista notturna di uno scorcio della città di Lussemburgo. Foto: David Evers

Tutte le volte che mi presento dicendo che vivo a Lussemburgo, le persone che non l’hanno mai visitato pensano immediatamente alle statistiche che lo dipingono come il paese con  il più alto reddito pro capite, alla grande piazza finanziaria, alla legislazione fiscale che ha attirato molte aziende a domiciliarsi qui e alla sede delle Istituzioni europee. Chi invece ci vive o vi ha trascorso anche solo alcuni giorni, rimane affascinato dal polmone verde di questo Paese, dai suoi boschi e dalla vegetazione rigogliosa anche in pieno centro città.

Capita a molti di avere la fortuna di abitare vicino al bosco e di vedere molto spesso scoiattoli e cervi nelle immediate vicinanze della propria abitazione. Ci sono molti parchi giochi per bambini, piste ciclabili nel verde, percorsi per camminate nella natura. Se vi interessa vivere quest’esperienza, non serve che andiate a vivere in periferia. Visitando il centro della città di Lussemburgo vi sentirete circondati da arte, storia e natura.

In Lussemburgo, paese che nei secoli scorsi è stato invaso e governato da altre nazioni, i cittadini hanno sempre lottato per difendere la loro identità nazionale. In una canzone scritta da Michel Lentz nel 1859 c’è un ritornello che dice Mir welle bleiwe wat wir sin, ovvero “Vogliamo rimanere ciò che siamo”.

La presenza delle istituzioni europee e di banche di tutto il mondo, nel tempo, ha cambiato la mentalità e le persone hanno capito che convivere con culture diverse, arricchisce moralmente ed allarga gli orizzonti. Una lezione da cui tutti dovrebbero imparare.

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