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Il Ramadan di un’italiana (non musulmana) in Tunisia
Alina Gianfrancesco

Alina Gianfrancesco

Pasqualina Gianfrancesco, Alina per gli amici, laureata in lingue orientali, vive da 5 anni in Tunisia. Ha lavorato per diversi anni alla Camera di Commercio Italiana a Tunisi e grazie al matrimonio con un tunisino è molto ben integrata nella comunità locale. La sua conoscenza del Paese e delle dinamiche di una coppia mista fa di lei l'Ambasciatrice ideale di ItalianiOvunque.com

Sono tante le persone che in questi anni di vita a Tunisi mi hanno domandato come vive il Ramadan in Tunisia una donna di religione cattolica, sposata con un uomo musulmano. Cercherò di raccontarvelo in questo post.

Che cos’ è il Ramadan

Com è noto, il Ramadan rappresenta il mese sacro nell’Islam, un momento importante per tutti i credenti musulmani. È il mese in cui fu rivelato il Corano e in cui si pratica il digiuno. Il digiuno per i musulmani  aiuta a controllare i desideri, ed è solo attraverso l’esperienza della fame e della privazione che si rafforza la percezione del cibo come dono di Dio e si riesce ad essere vicini spiritualmente alle persone che non hanno un pasto di cui sfamarsi.

Il Ramadan è anche il mese dedicato alla preghiera, alla meditazione, alla carità e alla purificazione. Esso comincia all’alba e finisce al tramonto quando, al richiamo del muezzin, si può consumare l’iftar, il pasto che interrompe il digiuno. Le famiglie musulmane si riuniscono per mangiare in un clima di festa, iniziando per tradizione con il consumare uno o tre datteri, come faceva lo stesso Profeta Mohammad.

Il mio Ramadan in Tunisia e quello delle donne musulmane

Durante tutto il periodo di Ramadan, in Tunisia, come in tutti i paesi a maggioranza musulmana, lo stile di vita cambia e i tempi sono scanditi da ritmi diversi e questo non solo per via del digiuno ma anche a causa delle serate passate fuori a fare festa.

al caffé lamedina assieme all'attrice tunisina Abir Bennani Zarouni
Chiacchiere tra amici al nuovo Caffè Lemdina con il manager del locale Sami Azaiez e l’attrice tunisina Abir Bennani Zarouni  (in rosso).

Per me è ormai diventata una tradizione festeggiare il Ramadan, lo considero un po’ come un nostro Natale di trenta giorni, senza albero né presepe, anche se, a paragone, il mese di Ramadan qui è molto più sentito, c’è un senso di spiritualità e di aggregazione più profondi, anche se con le dovute eccezioni. Per molti musulmani non praticanti, infatti, il Ramadan è visto solo come un momento per incontrarsi con gli amici tutte le sere anche se non si digiuna.

Ramadan
Tunisi, tranquilla di giorno e scatenata di notte durante il Ramadan.

Quest’anno è stato il mese di giugno ad accogliere il Ramadan, ancora una volta un Ramadan estivo, (tra l’altro uno dei significati della radice araba cui rimanda la parola Ramadan è ramida, cioè essere caldo, ardente, rovente e neanche a farlo apposta è stato proprio così il Ramadan di questi ultimi anni), il quinto per me in Tunisia, ma soprattutto il primo da madre.

I primi Ramadan li trascorrevamo spesso dalla famiglia di Mohamed nel quartiere della Manouba, dove ci riunivamo per il momento dell’iftar. Da quando ci siamo sposati invece, abbiamo cominciato a trascorrere il Ramadan soprattutto a casa nostra e ciò ha comportato per me delle nuove sfide, in primo luogo l’organizzazione dei menu serali: di qui i famosi 30 giorni non-stop passati ai fornelli.

Nella cultura tunisina è sempre stata la donna ad occuparsi della casa e dei figli, mentre l’uomo lavora e porta i soldi a casa. Questo tipo di mentalità è cambiata nel tempo, le donne hanno acquisito maggiori diritti, contemplati anche nella nuova Costituzione tunisina, che afferma l’uguaglianza tra donne e uomini, le donne vanno a lavorare e contribuiscono alle spese di casa. Nel mese di Ramadan tuttavia è sempre stata la donna a dedicarsi ai preparativi per l’iftar, mentre l’uomo di ritorno dal lavoro, riposa per qualche ora. E, anche se la donna lavora fuori casa, è sempre lei che di ritorno a casa, si dedica alla cucina (più per tradizione culturale che a causa schemi prettamente maschilisti).

Vivendolo da qualche anno mi sono resa conto che, indipendentemente dal credo religioso a cui si appartiene, il Ramadan trasmette delle sensazioni speciali, soprattutto se vissuto assieme a chi pratica e osserva il digiuno, il ché permette l’incontro con gli altri e la condivisione dell’iftar, oltre ad un maggiore apprezzamento delle piccole cose che negli altri mesi dell’anno sembrano assolutamente normali.

Per me, ad esempio, durante il Ramadan diventa più bello dedicarmi alla cucina per la preparazione del pasto serale mentre ascolto musica tradizionale locale. Nei momenti di nostalgia, però, metto musica italiana ad alto volume e canto pure io (non ci crederete ma spesso ascolto anche l’Inno di Mameli!).

Non osservo il digiuno, ma questo non è mai stato un problema per me, nessuno qui in Tunisia ti impone di farlo. La libertà di credo in Tunisia è protetta dalla Costituzione e non potrebbe essere diversamente visto che il paese è diviso tra musulmani, ebrei, cristiani e atei.

Chi non digiuna durante il Ramadan: i fattara

Vivere in Tunisia non significa obbligatoriamente attenersi alle regole del Ramadan anche se credo opportuno rispettare chi digiuna, magari non mangiando pubblicamente e indossando abiti non eccessivamente attraenti durante le ore di giorno.

Chi non osserva il digiuno, i cosiddetti fattara, non sono puniti da nessuna legge, ugualmente i caffè e i ristoranti possono rimanere aperti anche durante le ore di giorno purché coprano le loro vetrine (anche se a seguito della Rivoluzione ci sono stati vari casi di sopralluoghi da parte delle frange estremiste che intimano la chiusura anche usando la violenza).

Capita quindi che nel mese sacro, i caffè siano affollati anche di giorno, dove la gente consuma bevande e cibo, aspettando pure impazientemente la rottura del digiuno al richiamo del muezzin. I locali sono frequentatissimi e non si teme certo l’arrivo degli estremisti, i tunisini non pensano mai a una simile eventualità.

Il nuovo caffé LEMDINA in zona Lac a Tunisi
La facciata del nuovo caffè Lemdina in zona Lac a Tunisi

Il fatto che io non sia saima (cioè a digiuno) non ha mai creato problemi tra me e mio marito, e questo mi ha sempre fatto sentire rispettata. Anche se non sono mai riuscita a fare l’esperienza del digiuno totale, cosa che mi piacerebbe provare in futuro, il Ramadan riesce a coinvolgermi così tanto, che per solidarietà nei confronti di chi digiuna, mi limito volontariamente durante il giorno nel mangiare e nel bere. Questo mi permette di percepire anche quel valore sacrale che c’è nel rinunciare al cibo (anche se per me è solo in parte), e a immergermi a modo mio nell’atmosfera del Ramadan.

Quanto stanca il Ramadan…

Ogni Ramadan, a parte il fascino e il trasporto inevitabile, si caratterizza sempre con un periodo di enorme stanchezza, soprattutto per noi donne, alle prese con i fornelli.

Se si lavora poi, diventa ancora più difficile far conciliare il tutto, anche a causa del cambiamento degli orari e delle notti trascorse fuori. Ho potuto constare che molte donne in Tunisia, durante questo mese, si lamentano proprio del fatto che passano tutto il tempo a cucinare. Paradossalmente infatti, non si cucina mai così tanto come in tempo di Ramadan! Lunghe file al supermercato tutti i giorni, e poi si finisce per esagerare col cibo!

Tajine
Tajine, una sorta di torta salata, di carne, verdure, formaggi e uova, cotte in forno

Io non condivido il fatto che si preparino troppe pietanze perché puntualmente finiscono tra i rifiuti, in particolare il pane (quest’anno i giornali riportavano più di novecentomila baguettes gettate nella spazzatura ogni giorno) andando contro quella raccomandazione religiosa che dice invece di non eccedere, e limitarsi per sentirsi più vicini alle sofferenze dei poveri e dei deboli.

Io mi sono sempre organizzata nel preparare delle quantità sufficienti per due persone, eventuali avanzi sono il nostro pasto dell’indomani così non sono costretta a rimanere sempre in cucina e posso dedicarmi anche al piccolo di casa.

Il nostro iftar tuniso-italiano. Ricette golose per le notti di festa.

Ho appreso la preparazione dei piatti tradizionali tunisini un po’ leggendo in internet, un po’ chiedendo ad amici e alla mia famiglia acquisita. Mohamed apprezza i miei piatti e quando usciamo racconta a tutti con orgoglio delle nostre cene, con lo stupore di quanti non credono che anche io, italiana, riesca a cucinare il tunisino. Molte sere alterno anche la cucina italiana, per un Ramadan tutto speciale, un Ramadan dal tocco tuniso-italiano.

Il nostro iftar prevede i principali piatti tradizionali e inizia quasi sempre con una mhamsa, una zuppa calda a base di concentrato di pomodoro, harissa e peperone rosso. Segue in genere un piatto di brik, un triangolo sottile di pasta croccante (malsouka), fritto o fatto al forno, farcito di tonno, uova e formaggio che si può preparare anche nella sua variante les doigts de Fatima (letteralmente le dita di Fatima) farciti con ricotta, tonno e formaggio o a piacimento con altri ingredienti.

"Le dita di Fatima", piatto tipico del mese di Ramadan
“Le dita di Fatima”, piatto tipico del mese di Ramadan

In alternanza ai brik preparo una tajine, una sorta di torta salata, di carne, verdure, formaggi e uova, cotte in forno. Tra i contorni non manca una salade mechouia a base di peperoni arrostiti e conditi con sale, pepe, tabel, olio e aglio, guarniti poi con uova soda, tonno, olive. Oppure opto per una salade tunisienne, a base di cetrioli, pomodoro, peperone verde, olive e menta secca.

Sono tante anche le varianti di dolci ramadaneschi a mio avviso troppo zuccherati, preparati generalmente con datteri, miele e frutta secca. Tra questi ci sono i makroudh a base di datteri, l’assida, budino con pinoli tritati e nocciole e il masfouf a base di cous cous, nella sua versione dolce e, infine, la bouza, la mia preferita, una crema a base di nocciole e latte concentrato, che non manca mai in casa!

Assida tunisienne
Assida tunisienne
Il Ramadan tra giornate indolenti, notti di festa ed economia che rallenta

Durante il Ramadan la vita in Tunisia ha ritmi diversi e alla calma delle ore di giorno del «Ramadan del digiuno», si contrappone la frenesia delle ore notturne, il «Ramadan delle feste», che aggrega famiglie e amici fino a tarda notte.

Amici che fumano narghile sorseggiando un tè. Dopo il digiuno diurno, la notte è diventa il "Ramadan della festa"
Amici che fumano narghile sorseggiando un tè. Dopo il digiuno diurno, la notte diventa il “Ramadan della festa”

I festeggiamenti notturni, uniti al digiuno, si riflettono negativamente anche sul lavoro, il rendimento infatti non è lo stesso e di conseguenza si verifica un rallentamento per un mese intero, che certamente influisce sulla crescita economica del Paese. Paradossalmente a questo rallentamento contribuisce anche chi non digiuna in virtù  del fatto che tutti, praticanti e non, finiscono per fare tardi ogni sera.

Durante le ore di luce le famiglie si riposano e si aggregano poco, si finisce per isolarsi su un letto o sui materassi posizionati a terra vicino a un televisore acceso durante tutto il giorno, si dorme troppo e si sta insieme poco.

Capisco che il digiuno faccia stremare tutti ma un po’ di festa mi piacerebbe vederla in queste ore e anche a casa mia! Mentre io mi dedico alla cucina e a contenere i capricci del piccolo, il mio caro Mohamed infatti, si appisola per qualche ora, anzi, molto spesso fino al tramonto del sole. In generale fatico a comprendere tanto bisogno di sonno, poi però me ne faccio una ragione, forse, mi dico, sono io a non capire fino in fondo quanto possa stancare il fatto di stare a digiuno tutto il giorno.

I momenti che precedono il tramonto sono forse quelli più speciali e anche divertenti. Tutti i membri della famiglia si danno da fare affinché tutto sia pronto per la cena, anche gli uomini finalmente, e a loro modo, andando ad esempio a comprare il pane. Mohamed pure si concede una breve passeggiata con il piccolo, così da lasciarmi tranquilla di terminare i preparativi.

Le musalsalat, le soap opera del Ramadan

Sono gli ultimi istanti prima di mangiare, la tavola è imbandita, la televisioni sintonizzate su un programma dedicato al Ramadan, in attesa che l’Imam intoni la preghiera: Allah Akbar e finalmente la famiglia si riunisce intorno alla tavola, un sorso d’acqua iniziale e poi si procede con i pasti. Prima di consumare l’iftar, sarebbe raccomandata una preghiera ma nella realtà pochi la fanno.

Ramadan
Barchette ripiene con uovo tonno formaggio

La consumazione dell’iftar è abbastanza veloce, pochi minuti e tutti corrono per sistemarsi comodamente sui divani a guardare le famose soap opera del mese sacro, le cosiddette musalsalat che in genere raccontano uno spaccato della vita quotidiana ma anche storie di amore, tradimenti e persino storie dai temi più crudi, con scene di sangue molto brutte da vedere e che sinceramente non capisco perché vengano trasmesse proprio in questo mese. Le musalsalat fanno compagnia dal mattino fino a notte fonda e si susseguono su tutti i canali, senza interruzione. Le stesse musalsalat poi, diventano per un mese il centro delle chiacchiere nei caffè tra amici e parenti che si incontrano e che commentano tutte le scene televisive.

In tarda serata, dopo i programmi televisivi, si può finalmente uscire di casa. Anche noi ci organizziamo due o tre volte a settimana per un’uscita di gruppo. Prima dell’arrivo del piccolo eravamo soliti uscire tutti i giorni a festeggiare tra locali e caffè dove Mohamed mi viziava con dei frequenti tè ai pinoli, che io adoro, e dei dolcetti ramadaneschi; ma le priorità cambiano e quest’anno ci siamo dovuti adattare preferendo delle passeggiate nel quartiere in cui risiediamo ai chiassosi locali in festa. In altre occasioni invitiamo i nostri amici a casa, dove tra un tè, una soap e una chiacchiera, trascorriamo delle piacevoli serate fino a tarda notte.

Il Ramadan in Tunisia è sinonimo di festa e anche di… prezzi doppi.

Il Ramadan in Tunisia è sinonimo di festa. Le strade della capitale si animano ogni sera di tanta gente che esce per godere al massimo delle serate ramadanesche. I caffè sono i luoghi di intrattenimento più frequentati anche se, per assurdo, andare nei caffè in periodo di Ramadan costa più che nei restanti giorni dell’anno. Prendere un tè ad esempio, costa almeno il doppio e questo aumento di prezzi proprio durante il mese sacro è ingiustificato. Ad ogni modo in giro si vede tanta gente, i locali fanno tutti il pieno.

Bicchieri di bouza pronti per un brindisi
Bicchieri di bouza pronti per un brindisi

Nei ristoranti, musica tradizionale dal vivo e menù speciali accompagnano le serate del Ramadan. Ci sono tuttavia anche ristoranti che preferiscono chiudere per un mese intero e prendersi una lunga vacanza (anche molti ristoranti italiani lo fanno).

Tanti anche i concerti, le manifestazioni culturali e gli spettacoli a cui si può assistere come la famosa el hadra tunisina, una delle più grandi tradizioni musicali del paese con un ritmo travolgente.

Puntualmente ogni anno, si celebra anche il Festival della Medina (qui il programma del 2016) uno degli appuntamenti più attesi. Anche i negozi che di giorno rimangono aperti solo a tempo parziale, riaprono le porte fino a tarda notte, ed è questa un’altra occasione per le famiglie tunisine per fare acquisti soprattutto per i bambini in previsione della celebrazione dell’Eid el Fitr, una delle feste più importanti della religione islamica, che segna la fine del Ramadan.

I festeggiamenti coinvolgono tutti, ed anche gli stranieri e i turisti possono godere di questa esperienza partecipando alle numerose feste dedicate al Ramadan. Anche la comunità italiana di Tunisi, ne approfitta per aggregarsi e festeggiare con gli amici tunisini.

L’inizio di un nuovo giorno e gli orari lavorativi del Ramadan

Quando il sole comincia a scomparire, le strade iniziano a svuotarsi e al traffico di persone e auto che c’era fino a poco prima, si sostituisce il vuoto più totale. La gente ritorna a casa per mangiare l’ultimo pasto al sohor, il momento che decreta l’inizio del nuovo digiuno, solitamente qui in Tunisia un piatto tradizionale a base di bsissa, di origine berbera, ovvero un cocktail di cereali speziati, che si dice elimini la sete o anche il masfouf un tipo di cous cous dolce a base di datteri, uva, melograno e ovviamente il pieno di acqua. La maggior parte delle sere, rimango sveglia anche io fino al sohor, così da poter gioire dell’ultimo pasto di mio marito che poi diventa una scusa anche per me per inghiottire qualche leccornia tipica del Ramadan.

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Il Masfouf, un cous cous dolce che in genere si consuma come ultimo pasto del mattino, prima di ricominciare una nuova giornata di digiuno.

Poco dopo, nel silenzio della città, dai numerosi minareti risuona a voce alta il richiamo ipnotico alla preghiera: è il segnale che comincia un nuovo giorno di digiuno. E per chi è stato fuori tutta la notte, svegliarsi l’indomani per andare al lavoro è davvero dura, anche per Mohamed! Per fortuna che durante il mese sacro e durante tutto il periodo estivo vige in Tunisia un’unica seduta lavorativa, per cui si lavora metà giornata, il che permette a chi è a digiuno di riposare fino alla rottura dello stesso.

Ogni anno vengono annunciati gli orari previsti durante il Ramadan in Tunisia. Quest’anno per le amministrazioni pubbliche per esempio gli orari previsti sono dalle ore 8 alle ore 15 e il venerdì fino alle 12. Per le strutture ospedaliere invece non si seguono questi orari e si presta il servizio anche nelle urgenze.

Il mio bambino nato in Tunisia. Natale o Ramadan?

Il Ramadan è giunto alla metà del suo corso e io per la prima volta mi sono chiesta, guardando mio figlio, quale sarà il percorso religioso che seguirà da grande, vivendo in Tunisia, circondato dalla comunità islamica. Sarà spontaneo che diventi un musulmano? Praticherà il Ramadan e osserverà il digiuno? Andrà in moschea? È ancora presto per affrontare questo discorso, ma sono convinta che qualsiasi scelta farà, avrà la grande fortuna di essere nato in una famiglia mista, in cui c’è il rispetto delle rispettive fedi e dove si gioisce sia delle feste musulmane sia di quelle cristiane.

Con il sorgere della luna nuova del mese di Shawwal (il 5 luglio), terminerà il mese di Ramadan. Tutti aspettiamo impazienti l’Eid El Ftr.

 

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