Da studente Paola Marinone voleva cambiare il mondo e oggi, da imprenditrice trentasettenne, a suo modo, ci sta riuscendo. La sua bacchetta magica si chiama BuzzMyVideos, la compagnia che ha fondato a Londra alla fine del 2011, con la socia Bengu Atamer. Obiettivo della società: aiutare gli youtuber a ottenere la massima visibilità dei loro contenuti in rete.
Oggi BuzzMyVideos è una media company in forte crescita in cui lavorano oltre 40 persone di 18 nazionalità diverse, con uffici anche a Milano, Cagliari, Minsk e Istanbul e con un progetto di espansione ambiziosissimo, come ammette la stessa Paola Marinone, convinta di trovarsi nel mezzo di una rivoluzione tecnologica inarrestabile che cambierà per sempre il modo di usufruire dei contenuti audiovisuali.
Siamo in un momento di cambiamento radicale nel mondo dell’entertainment, settore che a me piace definire come Hollywood 2.0, perché si trova nella stessa fase in cui è nato il cinema all’inizio del secolo scorso. Attraverso la tecnologia è cambiato il paradigma di produzione, distribuzione e di utilizzo dei contenuti. Si tratta di un’industria che si evolverà per i prossimi cinquanta o cento anni, un’industria che sta cambiando il mondo, cosa scontata per i videomaker, ma non per la gente comune. Solo chi ha relazione con la generazione dei millenial si rende conto di quello che sta accadendo.

Laureata alla Bocconi in Economia delle amministrazioni pubbliche e delle istituzioni internazionali, Paola Marinone, originaria della provincia di Vercelli, ammette di essere arrivata al settore delle nuove tecnologie quasi per caso:
Dopo la laurea, nel 2003, il mio obiettivo era entrare alle Nazioni Unite o in un’altra organizzazione internazionale dove si potesse fare qualcosa di concreto per migliorare il mondo. Per qualche anno ho lavorato nel settore del no profit in Italia, ma la mia vocazione internazionale mi ha spinto a cercare qualcosa fuori dai confini nazionali. Così, dopo una breve esperienza a Lisbona, pur non avendo una laurea in materie tecnologiche, sono stata assunta in Google e mi sono trasferita in Irlanda, dove ho lavorato al progetto YouTube che all’epoca era in una fase embrionale, ben diversa da oggi.
Quale fosse la ragione per la quale il futuro colosso mondiale di Internet avesse scelto una giovane laureata in materie economiche, per lo più proveniente dal no profit e non dal settore tecnico-informatico, è una domanda che Paola Marinone si è posta più volte fino a quando l’esperienza le ha fornito la risposta:
Ho capito che il mondo della tecnologia è molto affine a quello del no profit. Entrambi vivono di grandissimi ideali e di scarse risorse. La mentalità è molto simile, si punta a cambiare il mondo risolvendo i problemi con la creatività.
Paola Marinone: praticità (piemontese) e voglia di fare
Bastano pochi minuti di conversazione per rendersi conto che Paola Marinone è una di quelle imprenditrici “naturali”, capaci di fare cose straordinarie quasi senza rendersene conto. Un approccio alla vita, il suo, molto pratico (molto piemontese sottolinea l’interessata), cosa che le permette di sentirsi a casa in Gran Bretagna, regno della razionalità. Di se stessa, con umiltà, dice:
Sono tutto meno che un genio, ma credo che nella vita si possa fare tutto se ci rimbocca le maniche e ci si prova.
Lei ci ha provato. Nel 2011 Paola Marinone lascia YouTube con l’idea di regalarsi un anno sabbatico, una scelta che motiva così:
Avevo bisogno di ossigenare il cervello, di avere del tempo per me e per fare le cose che mi piacevano, come cucinare. A casa dei miei genitori avevo costruito un forno a legna e infornavo pane e pizze tutti i giorni. Nel settore della tecnologia è abbastanza frequente prendersi questo tipo di pause e io credo che sia utilissimo, dovrebbe essere obbligatorio fermarsi un anno ogni dieci, anche se poi io sono rimasta a casa solo cinque mesi.
L’anno sabbatico di Paola Marinone dura molto meno del previsto perché, nonostante le continue richieste di consulenza, la voglia di creare qualcosa di suo non la lascia tranquilla. In quel periodo vive in diversi luoghi, tra cui Francoforte e Lussemburgo, per seguire l’uomo che diventerà suo marito. BuzzMyVideos però nasce a Londra e dopo un periodo di pendolarismo la coppia si trasferisce definitivamente nella capitale inglese.
Il fatto di essere una donna, per lo più italiana, alla guida di una compagnia internazionale che opera nel settore della tecnologia, ambiente ancora dominato dalla presenza maschile, non sembra turbare Paola Marinone, convinta che a farci caso siano soltanto i nostri connazionali:
Io non mi vedo come un’italiana all’estero, faccio parte di una generazione per cui i confini non hanno valore, mi sento semplicemente europea. Quando parlo con i media internazionali il fatto di essere una donna imprenditrice non viene mai menzionato. A interessare è la compagnia, non importa se alla guida c’è un uomo o una donna.
Dell’Italia, come quasi tutti i connazionali, Paola Marinone sente nostalgia del cibo, ma anche della “socialità” tipica del carattere latino:
Quando torno a casa dei miei rubo tutte le verdure dell’orto, ma a mancarmi è anche il modo tutto italiano di stare insieme, per cui ogni scusa è buona per prendere un aperitivo e scambiare quattro chiacchiere. Mi mancano le terrazze dei bar e dei ristoranti che, anche quando ci sono, a Londra non si frequentano per via del clima. Quest’anno l’estate qui è durata solo tre giorni e io ne ho approfittato per fare le riunioni al bar sotto l’ufficio che ha qualche tavolino all’aperto.
La curiosità come motore della motivazione
Le chiavi motivazionali degli imprenditori, si sa, sono molteplici e difficilmente riguardano il denaro. Ciascuno ha il suo modo per “caricarsi” e trovare la voglia di andare avanti. Per Paola Marinone il fattore motivazionale numero uno è sicuramente la curiosità.
Mi motiva la possibilità di imparare qualcosa da chiunque, per questo mi piace stare con i bambini. Con loro si scoprono tantissime cose e non ci si annoia mai.
Questione di giorni e la numero uno di BuzzMyVideos avrà modo di fare il pieno di motivazione attraverso l’esperienza della maternità, visto che è in dolce attesa di un maschietto. Ma la futura mamma non si lascia intimorire da chi le prospetta un cambio di vita tra pappe e pannolini:
Il medico mi ha chiesto quanti mesi pensavo di prendermi per stare a casa con il bambino, ma gli ho risposto che non starò via dall’ufficio più di qualche settimana. Ho già organizzato tutto per poter portare con me il pargolo. Si dice che la vita di chi fonda una startup sia 90% inferno e 10% paradiso. Con un bambino sarà ancora più dura, lo so, ma non importa perché quello che faccio mi piace.
Basta poco per capire che con questa energia e questa passione il sogno di far crescere sempre di più BuzzMyVideos non faticherà a realizzarsi.
Ci tengo molto, non tanto per me e per far conoscere il mio nome, cosa di cui non mi importa nulla, ma perché credo tanto nella rivoluzione tecnologica che stiamo vivendo e penso che il nostro lavoro sia davvero utile ai clienti, che spesso sono ragazzi pieni di creatività ma senza risorse, né conoscenze tecniche o di business. Lasciare un segno nel mondo insieme a loro è per me la massima soddisfazione perché le cose non si fanno mai da soli.