Imprenditrici italiane in Lussemburgo: “Passaparola”
Licia Cavallaro

Licia Cavallaro

Licia (Felicia all'anagrafe) Cavallaro è laureata in giurisprudenza e lavora come mediatrice dei conflitti sia in ambito familiare che aziendale. Siciliana di origine vive da 24 anni in Lussemburgo con il marito e tre figli. La sua lunga esperienza di vita in questo Paese ne fa la persona ideale per essere l'Ambasciatrice di ItalianiOvunque.com

Paola Cairo e Maria Grazia Galati sono due intraprendenti giornaliste e imprenditrici italiane in Lussemburgo. Qui, nel 2004, hanno fondato Passaparola, una rivista mensile in formato cartaceo e online che si rivolge principalmente agli italiani ed è molto apprezzata anche dagli stranieri interessati alla cultura del nostro paese. Dal 2012 alcuni articoli sono tradotti anche in francese.

imprenditrici in Lussemburgo
Paola Cairo

Paola Cairo, giornalista romana con una laurea in scienza della comunicazione, è in Lussemburgo dal 2002, mentre Maria Grazia Galati, milanese con un curriculum da corrispondente di grandi testate giornalistiche, vi risiede dal 2001.

Le due socie, titolari anche di un’agenzia di comunicazione creativa che fornisce servizi di traduzione, editing e organizzazione di eventi, ci raccontano la loro storia di expat.

 Com’è nata la vostra passione per il giornalismo?

MG Fin da bambina. A dodici anni ho scritto (per me stessa) la prima cronaca del festival di Sanremo. Ho avuto una prof di italiano e letteratura alle scuole medie alle quali devo molto.

PC Al liceo, amavo l’italiano e la letteratura ed elaboravo sempre temi d’attualità. Poi ho iniziato a collaborare a una rivista di quartiere e da allora non mi sono mai fermata.

Perché vi siete trasferite in Lussemburgo?

MG Ho seguito il mio ormai ex-mio marito. Come già avevo fatto vivendo in altri posti del mondo.

PC Anch’io per amore!

Imprenditrici italiane in Lussemburgo - Maria Grazia Galati
Maria Grazia Galati

Come vi siete conosciute?

MG e PC Grazie all’ambasciatore in carica nel 2002 in Lussemburgo che, quando Paola arrivò qui, ci mise in contatto in quanto colleghe. Il resto l’hanno fatto l’empatia e le affinità elettive.

PC Sì, ricordo che l’Ambasciatore mi diede il numero di Maria Grazia e io, fedele al classico stereotipo che dipinge le giornaliste milanesi come antipatiche, esitai un po’ a chiamarla… Stereotipo che venne subito smentito quando ci incontrammo.

Com’é nata l’idea del giornale?

MG e PC È nata perché ci siamo rese subito conto che qui c’erano tanti italiani senza una rivista che li rappresentasse e li informasse. Esisteva già per anglofoni, francesi, portoghesi… ma non per noi, che già al tempo eravamo moltissimi. Il fatto di essere giornaliste di professione ci ha spinto a cercare di fare qui il nostro mestiere nella nostra lingua.

Quali ostacoli avete dovuto superare?

MG e P Trovare chi credesse nel nostro progetto e ci aiutasse a stampare il primo numero. Ci sono voluti ben due anni tra “il dire e il fare”. E poi abbiamo scontato il fatto che eravamo due donne e qualcuno ha pensato fin da subito che la rivista fosse il nostro “giocattolino per passare il tempo”. In questi 12 anni abbiamo dimostrato costanza, professionalità e dinamismo. E siamo una delle riviste più longeve nel panorama della stampa italiana all’estero.

Quest’anno MariaGrazia e Paola hanno pubblicato, in collaborazione con l’A.S.T.I. (Association de Soutien aux Travailleurs Immigres), la cui presidente è pure italiana, la guida Lussemburgo da vivere che offre informazioni in italiano su tutti i campi della vita in Lussemburgo.

imprenditrici in LussemburgoParlatemi della “grande famiglia” di collaboratori del vostro giornale.

MG e PC Sono persone appassionate che mettono a disposizione il loro tempo e le loro competenze completamente gratis. Alcuni sono specializzati in una specifica materia, alcuni sono colleghi. Tutti offrono il tempo che possono/vogliono e ci sostengono. Magari anche solo cercando nuovi abbonati o qualche sponsor, oppure dando una mano durante i nostri eventi. Ognuno aiuta come può.

Secondo voi è più facile fare un giornale in Italia o in Lussemburgo?

MG e PC In Italia non ci saremmo mai riuscite, ma anche qui non è stata una passeggiata. Qui abbiamo creato qualcosa di unico e con qualche problema burocratico in meno.

Avete abbonati sia in Lussemburgo che nelle zone di confine della Francia e del Belgio. Ci sono delle differenze nella risposta che queste comunità danno alle vostre proposte culturali?

MG e PC In Francia c’è una comunità di origine italiana più legata al nostro Paese e alle nostre tradizioni. In Lussemburgo troviamo spesso italiani di seconda e terza generazione che hanno, invece, perso i contatti con la terra d’origine e, con essi, l’amore e l’attaccamento all’Italia. Quanto agli expat, si dividono in due categorie: felici di ritrovare uno scampolo di Stivale nel Granducato oppure assolutamente disinteressati ad esso e che pensano solo a rientrare in Italia nei fine settimana. Oserei dire “italiani in prestito”, un po’ fuori dal mondo qui nel Granducato…ahinoi!

L’impegno del giornale è facile da conciliare con la  vita familiare?

MG Ci provo.

PC A parte qualche momento di fatica, la passione ci spinge avanti come treni. E per fortuna anche mio marito fa parte della “squadra”.

Avete coinvolto anche i vostri familiari in questo progetto?

MG Senza obbligare, lascio liberi di fare.

PC Mio marito Paolo cura la rubrica musicale di Passaparola, Mag, ed è il regista della trasmissione radiofonica che co-conduciamo con altre collaboratici (Elisa Cutullè e Amelia Conte) dal 2008.

Avete progetti, sogni di cui volete parlare?

MG e PC Che questo impegno diventi un vero e proprio impiego remunerato. Vivere di questo senza dover fare altri lavori per guadagnare.

PC I progetti sono tanti e speriamo di realizzarli presto. Un mio sogno? A volte spero che un editore si accorga di noi, però penso anche che il bello del mestiere sia proprio questo: essere libere di decidere cosa scrivere, senza legami di forza. Finché ce la facciamo.

Un in bocca al lupo è d’obbligo!

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