Ginevra, Italia e Francia si incontrano in cucina
Greta Antonelli

Greta Antonelli

Napoletana di nascita e toscana d'adozione, Greta Antonelli ha vissuto a Ginevra e da poco si è trasferita a Losanna, dove lavora come responsabile comunicazione e marketing. Amante dell'Italia, ma ben integrata nella comunità locale, è l'Ambasciatrice di ItalianiOvunque.com in Svizzera.

Chalet Bianco. No, non avete letto male, il nome di questo ristorante di Ginevra è proprio Chalet Bianco e non Chalet Blanc o Baita Bianca: lingua italiana e lingua francese mixate, a sottolineare l’essenza di questo locale.

Confesso che i ristoranti e la buona cucina sono il mio “tallone d’Achille”, ma quando finisci di lavorare intorno alle 19:00, e soprattutto, non hai alcuna voglia di cucinare (e chi mi conosce sa che accade spesso), non c’è cosa piư gradevole che scoprire nuovi ristoranti nei quali gustare una buona cena. E speriamo che la mamma non si arrabbi se non metto in pratica i suoi insegnamenti in cucina…

Nei miei pellegrinaggi gastronomici per Ginevra, in una delle strade del quartiere Eaux- Vives, ho trovato lo Chalet Bianco ed è stato “amore” al primo piatto.

chalet bianco 1

A farsi promotore della filosofia dello Chalet Bianco è Michele Marchini, uno dei proprietari di questo gioiellino, romano di nascita e ginevrino di adozione dal 2000.

Proprietario italiano chef francese, il mix del successo
Michele Marchini, tra i fondatori dello Chalet Bianco
Michele Marchini, tra i fondatori dello Chalet Bianco

Marchini, responsabile delle ricerche di mercato nell’area profumi in Procter & Gamble, dopo una serie di viaggi tra Londra e Milano, nel 2013 matura sempre di più il pensiero che a Ginevra manchi qualcosa in termini di gastronomia. Così, insieme ad altri amici, che come lui credono nelle potenzialità della ristorazione, decide di dar vita a un locale che rispecchi l’eccellenza italiana all’estero, mixata con la cucina francese. Per ottenere questa fusione perfetta ricorre alle abilità culinarie dello Chef Alexandre Mathieu, che in nome di questa avventura, da Parigi decide di trasferirsi a Ginevra.

Spiega Michele Marchini:

Ci sono voluti due anni prima che potessimo aprire, poiché a Ginevra la procedura per avviare un locale non è proprio semplice, anche se negli uffici tutto funziona.

Così, mentre attendono le autorizzazioni, i soci visitano numerosi locali milanesi dai quali trarre ispirazione. Il loro obiettivo è creare una location all’interno della quale servire piatti innovativi, accostati a un piatto di riferimento della tradizione sia francese che italiana.

Cucina chalet bianco 4
Uno degli originali piatti dello Chelt Bianco: Cornetto en Poêlée de cèpes, salade de roquette, figues, tuiles de lard paysan

È il caso di piatti come il Croque Monsieur du Chalet, Jambon Rostelo aux herbes, crème d’artichauts, pecorino, oppure il Cornetto en Poêlée de cèpes, salade de roquette, figues, tuiles de lard paysan, parmesan. Una danza per le papille gustative… provare per credere!

Il finanziamento alle imprese a Ginevra

Parallelamente alla richiesta per le autorizzazioni Michele Marchini e i soci chiedono alla FAE – Fondation d’aide aux entreprises (fondazione di aiuto alle aziende) un finanziamento per la loro Startup. L’organizzazione, dopo aver analizzato l’idea, il suo business plan, se ritiene la proposta valida e realizzabile, eroga un prestito.

Il progetto di Marchini supera a pieni voti la prova e nell’ottobre del 2015 Il wine bar & restaurant Chalet Bianco apre le porte ai suoi clienti.

Cura dei dettagli e calore familiare

Il ristorante è un sogno, l’arredamento quasi fiabesco, con mobili su misura con prevalenza al legno come materiale, accostato ai metalli.

CB3M’innamoro di un tavolo che ricorda un po’ quelli che si trovano nelle cucine degli anni ’50, quelli delle nostre nonne, pieno di cassetti, che mi fa pensare a quando un tempo si preparava la pasta fatta in casa e si scriveva o disegnava con la punta delle dita sulla farina avanzata sul legno scuro.

I dettagli sono curati in maniera maniacale, sia in cucina che nell’arredamento e l’originalità la fa da padrona. Alle pareti si trovano slittini appesi e tutto l’insieme trasmette un tale calore da far pensare di essere in casa di amici, sorseggiando un bicchiere di vino in attesa delle pietanze.

Chalet Bianco - lego
Barattoli di mattonicini Lego su tutti i tavoli, per intrattenere i clienti

Attesa che può essere colmata giocando con i Lego. Ogni tavolo, infatti, è dotato di un barattolo pieno di mattoncini colorati per stimolare la creatività dei più piccoli e per far ritornare bambini i più grandi.

Non solo cucina: eventi, giochi e corsi di enologia per completare l’offerta

Lo Chalet bianco è un ristorante dinamico, che organizza aperitivi nell’angolo bar interamente dedicato ai cocktail (da non perdere il Kiss Gin con Gin, Vermouth rosso, Zenzero e Lime) oppure estrazioni a sorte tra chi conserva il biglietto da visita  e ancora serate che vedono come protagonista il vino, con corsi appositamente dedicati all’iniziazione all’enologia e alla degustazione. Corsi che si svolgono generalmente il lunedì con alle spalle una cantina di vini a temperatura costante, perfettamente in vista e con una scelta sapientemente consigliata dal  Sommelier.

biglietto da visita Chalet Bianco
Il biglietto da visita del ristorante è una riproduzione del biglietto della Metro di Parigi

Per ultima, ma non meno importante, la scelta delle materie prime. Michele Marchini racconta quanta cura ci sia dietro la scelta dei prodotti per garantire la freschezza, soprattutto quando si tratta di burrata o stracciatella, garantite dalla certificazione di Casa Madaio della provincia di Salerno, dove i formaggi nascono e vengono costantemente seguiti nella loro fase di crescita, fino ad arrivare sulle tavole dello Chalet Bianco.

Rimarrei a parlare per ore di questo ristorante, ma non voglio togliervi il gusto della scoperta e soprattutto non vorrei che mi si freddassero gli gnocchi di patate con Gorgonzola-Marsala, cerisettes e scorzette di limone che stanno per arrivare, mentre metto a posto i miei Lego e do un’occhiata al biglietto da visita, che è piccolissimo. Chiedo a Marchini come mai e lui mi spiega che è la riproduzione del biglietto della metropolitana di Parigi. Già, i dettagli…

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