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Bitcoin in parole semplici: l’abc delle criptovalute
Fabrizio Villani

Fabrizio Villani

Laureato in gestione dell'ambiente e delle risorse naturali con focus sulla energia ad Amsterdam. Vive da più di tre anni a Barcellona dove ha lavorato in diverse startup digitali operanti in ambito fintech.

Da tempo ormai si sente parlare ovunque di criptovalute, in particolare di bitcoin ed ethereum, al momento le più capitalizzate, ma a parte gli esperti del mondo finanziario e del fintech, oggi sono ancora poche le persone che davvero sanno di cosa si tratta e quali sono i vantaggi e gli svantaggi di questo mercato.

Abbiamo cercato di fare chiarezza per tutti quegli italiani, nel nostro Paese o all’estero, che sono interessati a saperne di più.

Le basi delle criptovalute

Cominciamo da una definizione di base: una criptovaluta è una valuta digitale decentralizzata, che si basa sui principi della crittografia per convalidare le sue transazioni e la generazione di moneta. Decentralizzata significa che la sua emissione non è soggetta al controllo di un intermediario centralizzato, come per esempio avviene nel caso degli euro con la Banca Centrale Europea (BCE).

Per semplificare, una criptovaluta è un’alternativa elettronica alle valute tradizionali. Il bitcoin, la criptovaluta più famosa, è stata la prima ad essere accettata per il commercio online. In seguito, sempre più criptovalute sono entrate sul mercato e sono ora accettate come metodo di pagamento per qualsiasi cosa, dai prodotti alle merci fino all’acquisto di altre valute.

La crittografia, invece, è la scienza di rendere i messaggi sicuri, attraverso l’utilizzo di una serie di algoritmi per trasformare reversibilmente o irreversibilmente un testo. Nel primo caso questo tipo trasformazione permette la decifrazione del testo solo a un soggetto che dispone di opportune informazioni (garantendone in questo modo l’autenticità e la riservatezza), nel secondo ne garantisce l’integrità.

Come si creano i bitcoin

Abbiamo detto che i bitcoin non vengono “stampati” da una Banca centrale, perciò non sono fatti di carta o di metallo come il denaro a cui siamo abituati. Ma allora come viene prodotto il denaro elettronico? È un processo abbastanza intrigante, ma che la maggior parte delle persone prive di conoscenze in crittografia fatica a comprendere. I bitcoin sono fatti di bit, ovvero di calcoli matematici. Si tratta di denaro completamente virtuale, non fisico.

Le origini dei bitcoin

I bitcoin sono nati nel 2009 dall’idea di un non identificato creatore che usa lo pseudonimo Satoshi Nakamoto. Il denaro virtuale da lui creato aveva ed ha una necessità fondamentale: essere utilizzato in modo legale e sicuro, il che significa fare in modo che il “portafogli virtuale” di ogni possessore di bitcoin funzioni in modo adeguato, senza duplicazioni di spese. Per capirci: se si spendono 50 euro per acquistare un oggetto in un negozio, si è certi che quella banconota verrà messa nella cassa del negoziante e non potrà più essere utilizzata dall’acquirente per altre compere. Con il denaro virtuale questa garanzia è più labile. Per questo è nata l’attività detta di mining, che significa “estrazione”, ma che ha come scopo quello di verificare dove e come viene utilizzato il denaro virtuale. In cambio di questa verifica si ottengono bitcoin.

Cosa fanno i miner

L’attività di mining inizialmente veniva svolta dai miner, giovani appassionati di informatica e hacker professionali che vedevano nei bitcoin un modo per fare soldi facilmente lavorando dal computer di casa. Con il tempo, i processi informatici e le formule matematiche che permettono di ottenere i bitcoin sono diventati sempre più complessi, perciò i miner, per aumentare la potenza di calcolo, hanno cominciato a unirsi, creando strutture sempre più organizzate e professionali.

Oggi i miner lavorano principalmente in Cina e nel sud-est asiatico, dove il costo dell’energia elettrica per far funzionare i computer giorno e notte è molto più basso rispetto all’Europa o agli Stati Uniti. Qui, in enormi magazzini (le cosidette mining farm), vengono racchiuse migliaia di schede grafiche che risolvono equazioni matematiche allo scopo di ricevere bitcoin come remunerazione. Nuovi bitcoin sono creati come ricompensa per la risoluzione del problema affidato ai miner. Il protocollo precisa l’ammontare di questa ricompensa.

 Chi emette i bitcoin

Non esiste nessuna Banca centrale o Stato che emetta criptovalute. Le criptovalute sono valute digitali, di conseguenza, appartengono al mondo digitale, composto da migliaia di utenti molti dei quali sono miner.

Come si muovono i bitcoin da un conto all’altro

La blockchain è il protocollo che permette di muovere i bitcoin dal punto A al punto B. Mentre le banche usano il codice swift che tutti conosciamo, i bitcoin invece si muovono attraverso la blockchain. Per semplificare, pensate alla blockchain come un registro contabile aperto e condiviso tra tutti gli utenti che partecipano. Ogni utente ha la possibilità di vedere chi effettua le transazioni, l’ammontare delle transazioni e a chi vengono inviati i soldi. In questo modo viene eliminato il problema della “fiducia” tra le persone che partecipano a questo registro, perché tutto è trasparente e tracciabile.

Per cosa si utilizzano le criptovalute

La scarsa conoscenza del settore fa sì che moli pensino che le criptovalute siano utilizzate solo per transazioni particolari, magari ai limiti della legge. In realtà oggi il denaro virtuale è spendibile per lo stesso tipo di acquisti realizzabili con le valute tradizionali. Alcune grandi catene di negozi e varie organizzazioni hanno iniziato ad offrire come metodo di pagamento le criptovalute, specialmente i bitcoin. Anche un gigante della tecnologia come Microsoft permette, per esempio, l’acquisto di prodotti e servizi sulle proprie piattaforme attraverso il pagamento in bitcoin.

Vantaggi dell’utilizzo di una criptovaluta

Abbiamo dato a grandi linee una definizione di criptovaluta, ma vale veramente la pena investire nel denaro digitale? Ci sono almeno un paio di motivi che ci fanno essere ottimisti, uno di questi è la sicurezza, visto che la moneta digitale rimane protetta da una chiave crittografica ed è praticamente impossibile perderla o vederla rubata dal proprio portafoglio digitale.

Ovviamente, prima di avvicinarsi a questo mondo è raccomandabile studiare (tanto) e capirne tutti i meccanismi . I quesiti che è bene porsi sono: avete esperienza con i digital wallet (portafogli digitali)? Per quale motivo volete acquistare o vendere bitcoin? Avete un motivo meramente speculativo per avvicinarvi alle criptovalute o volete capire se esistono anche utilizzi pratici nella vita di tutti i giorni?

La compra-vendita delle criptovalute

Per quanto riguarda l’aspetto economico, per l’acquisto e la vendita di criptovaluta dovrete affidarvi agli exchange, piattaforme che permettono lo scambio tra monete a corso legale (emesse da una Banca Centrale o uno Stato) e le criptovalute (e viceversa) o tra diverse criptovalute.

Se, invece, vi interessa di più l’aspetto tecnologico, dovrete affidarvi ad imprese che permettono l’adozione dei bitcoin nella vita di tutti i giorni. È il caso di inBitcoin impresa trentina, con sede nei pressi di Rovereto (chiamata la bitcoin Valley), dove la moneta virtuale è piuttosto diffusa. Le famiglie possono ricaricare in bitcoin la propria scheda nella mensa scolastica frequentata dai figli (primo caso di adozione della criptovaluta in un servizio pubblico in Europa), ma anche pagare pizza o parrucchiere e persino cambiare euro in bitcoin attraverso un distributore automatico (simile a un bancomat ma con funzionamento opposto).

 

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