Fare business in Sudafrica oggi è possibile. Il Paese che ha dato i natali a Nelson Mandela rappresenta una delle economie più dinamiche a livello mondiale ed è, di fatto, la nazione economicamente più avanzata dell’intero continente africano.
In particolare la collocazione geografica del Sudafrica ne ha fatto un naturale crocevia per i commerci via mare, in virtù della sua posizione di confine tra l’Oceano Indiano e l’Oceano Atlantico.
Negli ultimi anni il Sudafrica ha anche rappresentato il punto di riferimento per i Paesi confinanti, avviati a una fase di sviluppo della loro economia, e ciò ha determinato l’avvio di importanti investimenti per il rafforzamento delle infrastrutture stradali e ferroviarie, per favorire la circolazione delle merci da e per i Paesi vicini.
La zona più ricca e produttiva del Paese è situata a sud, dove il livello di industrializzazione è in tutto e per tutto simile a quello dei Paesi Occidentali.
Le città principali sono Pretoria, sede del governo e Johannesburg, sede della borsa valori. Quest’ultima, assieme alle città di Cape Town e Durban, costituisce il principale dei tre poli economico-industriali del Paese.
Un Paese con ottime potenzialità
Dal punto di vista politico, il Sudafrica rappresenta un esperimento riuscito di transizione da un regime repressivo a un sistema democratico: la giovane democrazia sudafricana è infatti venuta alla luce nel 1994 a seguito delle prime elezioni libere indette nel Paese.
Inoltre il Sudafrica è l’unico membro africano del G20 e costituisce quindi un luogo chiave per gli investimenti, che induce a nutrire fiducia e a scommettere sul suo enorme potenziale di sviluppo, sia per le opportunità commerciali che presenta all’interno dei suoi confini sia come porta verso l’Africa sub sahariana e il restante continente africano.
Nonostante tutte queste premesse positive, prima di investire sul mercato sudafricano è bene raccogliere alcune informazioni sulla situazione sociale e sulle norme vigenti nel Paese in materia di import/export.
I conflitti sociali
Benché negli ultimi anni il Paese abbia realizzato progressi importanti, la disoccupazione, la povertà e le differenze sociali costituiscono ancora un motivo di grande tensione, che sfocia spesso in manifestazioni e scontri anche violenti con le forze dell’ordine, specie nelle grandi città. La criminalità resta tra le più elevate al mondo (qui le ultime statistiche del Saps – South African Police Service e L’ANC, il partito alla guida del Paese, non sembra per ora in grado di adottare misure efficaci per ridurla.
Fare business in Sudafrica? Attenzione alle barriere tariffarie e non
Le regole da seguire per fare business in Sudafrica e poter esportare i propri prodotti sono complesse e rigorose, con un sistema di dazi doganali articolato per settori merceologici e sulla base di esigenze di natura sanitaria, fitosanitaria e ambientale.
Per poter essere importate, diverse merci necessitano di una licenza d’importazione (import permit), anche se negli ultimi anni l’emissione di licenze è stata limitata in favore dell’imposizione di barriere tariffarie. Il sistema delle licenze di importazione viene gestito dall’International Trade Administration Commission of South Africa (ITAC).
Oltre al dazio doganale, sulla maggior parte dei beni importati si applica l’imposta sul valore aggiunto del 14%.
Il Sudafrica mantiene inoltre un’imposta sull’esportazione di diamanti grezzi e di alcuni prodotti agricoli ed esercita controlli su alcune merci destinate all’esportazione.
ll South African Bureau of Standards (SABS) è l’ente preposto alla fissazione e alla gestione degli standard nel settore industriale e commerciale in Sud Africa. Il SABS elabora la normativa tecnica su farmaci e prodotti industriali conformi alle regole ISO e all’European Committee for Standardization (Il SABS non riconosce invece automaticamente gli standard degli Stati Uniti d’America per i quali il controllo avviene di volta in volta).
Gli obblighi dell’imprenditore che vuole fare business in Sudafrica
Tutti i prodotti agricoli ed ortofrutticoli, gli animali vivi e la carne sono soggetti al rilascio della licenza di importazione da parte del Ministero dell’Agricoltura. Sui prodotti agricoli e alimentari è obbligatoria l’indicazione del Paese di origine. Le etichette devono fornire al consumatore informazioni accurate e rilevanti per la propria scelta.
Regole speciali di etichettatura riguardano medicinali, vino, dentifrici, prodotti alimentari, cosmetici e prodotti tessili contenenti lana di pecora. Standard obbligatori si applicano ai prodotti in scatola a base di carne. Alcune misure fitosanitarie su prodotti ortofrutticoli sono considerate significative barriere all’entrata.
Il Directorate of Plant Health and Quality del Ministero dell’Agricoltura e il Directorate of Food Control del Ministero della Salute sono responsabili della fissazione di standard per determinati tipi di prodotti, compresa la composizione, la qualità, il packaging e l’etichettatura, insieme alle relative prescritte analisi fisiche, fisiologiche, chimiche e microbiologiche. Standard di qualità obbligatori valgono per la frutta, i fiori, le granaglie, i prodotti animali e vegetali, tutti i liquori e i derivati del vino.
Tutte le imprese straniere che si stabiliscono in Sud Africa devono ottenere la certificazione del proprio Environmental Management System.
I prodotti medicinali devono essere registrati presso il Medicines Control Council, mentre i prodotti elettromedicali vengono certificati dal Radiation Control Council del Ministero della Sanità.
In generale, tra le barriere non tariffarie esistenti, si citano licenze di importazione, misure anti-dumping, violazioni di diritti di proprietà intellettuale, eccessiva regolamentazione, procedure di valutazione doganale che spesso impongono prezzi superiori a quelli di fatturazione.