Vent’anni di iMac e non sentirli. Se avete superato i quaranta dovreste ricordare i curiosi computer colorati monoblocco che a partire dal 1998 conquistarono le scrivanie di molti uffici del mondo: gli iMac.
Il 6 maggio di quest’anno ricorre il ventesimo compleanno dell’annuncio della creazione di questo ormai storico computer, che permise a Steve Jobs, appena rientrato in azienda, di rilanciare l’oggi stracelebre e ricchissimo marchio Apple.
Gli iMac rivoluzionarono il mercato riportando in ordine i conti in rosso dell’azienda di Cupertino fino a quel momento in (profondo) rosso. Che il prodotto sarebbe stato un enorme successo fu chiaro fin da subito: in 139 giorni Jobs ne vendette ottocentomila e dichiarò di essere preoccupato di “non riuscire a produrne abbastanza” pr soddisfare le richieste.
Anche gli italiani si innamorano dell’iMac
In Italia gli iMac arrivarono settembre del 1998 a un prezzo di poco inferiore ai tre milioni delle lire di allora (negli Usa vennero lanciati a 1.999 dollari per scendere sotto i mille negli anni successivi).
A differenza dei computer visti fino a quel momento, Jobs introdusse design e colori che uniti alla semplicità di utilizzo e rendevano l’iMac appetibile anche per gli utenti non esclusivamente professionali. Il Wall street jorunal, a pochi giorni dal lancio, scrisse che il computer di Jobs “non stona con l’arredamento di casa”, mentre il New York Times sottolineava come i rivenditori non avessero mai avuto tante ordinazioni e così tanta ressa nei negozi come in quel momento.
L’articolista non poteva ancora immaginare che “il computer dell’era Internet”, come Steve Jobs definì l’iMac, avrebbe virtualmente unito i consumatori di tutto il mondo e che altre code si sarebbero ripetute negli anni per acquistare un altro prodotto della mela di Cupertino: l’iPhone. Ma questa è un’altra storia. Vent’anni di iMac e chissà che cosa ci riserverà il futuro.