Nel 1984 Kent Haruf non è ancora diventato il cinquantenne scrittore compassato ed essenziale di “Canto della Pianura”. È ancora un focoso quarantenne, che si inventa non tanto una cittadina immaginaria, che in “Vincoli” rimane sullo sfondo, nonostante Haruf dimostri già di percorrerla con passi spediti e certi, quanto una campagna arsa e desolata, che è l’emblema della fatica ostinata e della tragicità esistenziale che può nascondersi dietro il sogno americano.
“Vincoli” è il romanzo d’esordio dello scrittore americano, divenuto grazie a NN editore un caso editoriale. Il merito straordinario della casa editrice milanese, che con “Benedizione” diede l’avvio al suo catalogo, è quello di aver dato a Kent Haruf una voce italiana perfettamente intonata alla sua scrittura, Fabio Cremonesi, che è riuscito a calarsi integralmente nella lingua e nel mondo di Kent Haruf, che non sono mai monocordi, e che in “Vincoli”, da novembre nelle librerie italiane, appaiono spavaldi e guizzanti.
Regalo perfetto per chi parla il linguaggio universale dei sentimenti semplici che rendono complicata la vita, che va disinnescata attraverso una scrittura che è palpitante di ironia e ricca di scatti e di pause.