Da un paese coreano, Yeongdo, a Osaka in Giappone: unica possibilità di riscatto per sfuggire alla povertà ma ancora di più all’umiliazione di aspettare un bambino da un uomo sposato, così la protagonista di “La moglie coreana” Sunja è costretta ad accettare la proposta di matrimonio, salvifica per lei, del pastore protestante Isak, e migrare con lui.
Siamo agli inizi del Novecento, ma la storia del romanzo si dipana per quattro generazioni coprendo quasi interamente il Secolo Breve. Una saga familiare che si incista nella Storia tormentata del Novecento, che è stata tragica in ogni parte del mondo, ad Occidente come ad Oriente, con i vinti dalla follia prevaricatrice dei forti. La particolarità del romanzo è nel punto di vista da cui si guarda alle vicende, quello di un popolo “perdente”, inquadrato soprattutto al femminile, alla strenua ricerca del proprio posto e nel desiderio di un barlume di felicità.
Tradotto da Federica Merani, il romanzo di Jin Lee, americana di origini coreane, è un caso editoriale, finalista al National Book Award.
Regalo imprescindibile per chi si appassiona alla Storia che si dipana nelle pieghe delle saghe familiari e ama figure femminili anticonvenzionali e di profondo impatto.