Ci sono persone che fanno lunghi giri prima di assecondare il talento con cui sono nati. Persone che non si arrendono e creano senza sosta, imparando dagli errori e facendone tesoro. A volte il bagaglio di esperienza è così vasto da diventare un libro, come nel caso di Daniele Viganò e del suo “7 giorni per volare”, che sarà nelle librerie italiane a partire dal 29 gennaio 2019 per Sperling & Kupfer.
Personaggio noto nel mondo imprenditoriale e finanziario italiano per aver cofondato e quotato alla Borsa di Parigi il Gruppo MyBest, in tempi recenti Daniele Viganò è tornato a dedicarsi all’attività per cui, da sempre, sente una vera vocazione, quella di formatore, che lo ha visto per molti anni sui palchi di meeting e convention in Italia e in Spagna, paese in cui risiede da quasi vent’anni. Speaker in conferenze aziendali e in atenei come l’Università Bocconi o la spagnola IE Business School, Daniele Viganò è di quegli oratori che lasciano il segno in chi lo ascolta in platea.
7 giorni per volare e scoprire il “talento liquido”
Nel libro “7 giorni per volare” la lunga carriera di Daniele Viganò si riflette in un percorso ideale di una settimana in cui il lettore trova idee e suggerimenti per passare dall’idea all’azione, fino alla realizzazione degli obiettivi.
Ogni giorno della settimana si focalizza su un tema che viene sviluppato, anche grazie a numerosi esempi concreti, frutto del vissuto dell’autore, che negli anni ha avuto modo di incontrare molti esponenti di rilievo del mondo economico e finanziario internazionale.
Di particolare rilevanza il concetto di “talento liquido”, ovvero la necessità di sviluppare molteplici capacità e interessi, spesso non valorizzati, ma esistenti in ciascuno di noi. Una definizione che si adatta perfettamente ai nostri giorni, in cui il mercato, la tecnologia, il business e gli stili di vita si evolvono a grande velocità e richiedono persone che abbiano sviluppato più competenze possibili in ambiti differenti.
Per saperne di più su “7 giorni per volare”, sul talento liquido e sul tour di presentazione del libro, che a partire dal 22 gennaio 2019 vedrà Daniele Viganò viaggiare nelle principali città italiane (sul sito dell’autore è possibile conoscere tutte le date delle conferenze e iscriversi online), abbiamo incontrato il vulcanico autore.
Come mai dopo tanti anni prima da manager e poi da imprenditore hai deciso di dare una svolta alla tua carriera per dedicarti ai temi della formazione, scrivendo anche un libro?
In realtà io mi sono sempre occupato di formazione, specialmente quella orientata ai temi della negoziazione, vendita, motivazione e leadership, che sono quelli che più mi appartengono. Negli anni ho gestito reti commerciali e formato migliaia di persone in Italia e Spagna e questo mi ha permesso di acquisire notevoli competenze e di sviluppare una grande sensibilità sui temi delle relazioni interpersonali, che sono una componente fondamentale per avere successo in ogni aspetto della vita.
Come è nato “7 giorni per volare”?
Ho cominciato a pensare di raccogliere la mia esperienza in un libro circa due anni fa. Io non sono uno scrittore, il mio ambiente naturale è il palco, con un pubblico davanti a cui dirigermi, senza intermediari. Parlare, insomma, mi è certamente più congeniale che scrivere. Ma sono anche una persona che ama le sfide. In questi anni, in cui mi sono dedicato più alla gestione imprenditoriale che alla formazione, molti dei miei amici, soci e familiari mi ripetevano di tornare a concentrarmi su ciò che amo fare davvero. Mi sembrava uno spreco non condividere tanta esperienza accumulata. In “7 giorni per volare” parlo dei miei successi, ma anche dei mie errori – e ne ho fatti diversi – per far sì che altri possano evitare di commetterli.
Qual è la ricetta per avere successo che trasmetti nel libro?
Nessuna ricetta magica, le basi del successo le conosciamo tutti, sono sempre il lavoro, la perseveranza, la dedizione. Ma questi elementi, senza una motivazione di fondo, una strategia precisa e una preparazione meticolosa non bastano. In “7 giorni per volare” offro una guida pratica, basata su passi concreti che occorre compiere in una metaforica settimana, necessaria per trasformare un sogno o un progetto in un obiettivo concreto.
A che pubblico ti rivolgi con “7 giorni per Volare”?
Il mio target sono soprattutto imprenditori, manager, consulenti ma anche studenti e startupper che vogliono maggiori risultati, ricavi, guadagni ma anche persone che faticano a individuare la strada per mettere in pratica le loro idee.
Io per anni mi sono occupato di impresa e finanza. Ho investito in 20 compagnie in diversi settori tra cui, immobili utility, ho fatto fundraising, raccogliendo quasi 14 milioni di euro in Italia su fondi di investimento, family office e business angel per progetti innovativi e tutta questa esperienza nel libro la traduco in passi concreti che possono essere utili ai lettori. Le pagine di “7 giorni per volare” possono essere utili a chi punta a moltiplicare i risultati della propria rete commerciale, come a chi è in cerca di risorse per creare la propria impresa.
Uno dei concetti più innovativi del libro riguarda il “talento liquido”. Che messaggio vuoi trasmettere ai lettori con questa definizione?
Sono convinto che ciascuno di noi possiede una molteplicità di talenti e che sia fondamentale coltivarli tutti per avere accesso a maggiori opportunità. Diversificare le proprie competenze, in un’epoca di grande incertezze come la nostra, è essenziale. Il talento liquido è la risposta alla società liquida in cui viviamo, una società in cui tutto è collegato e la stessa persona può trovarsi a gestire tanti ruoli in settori diversi e con persone diverse.
L’uscita del libro è prevista per il 29 gennaio, ma il tour italiano inizia il 22 gennaio a Palermo. Come mai?
Per essere fedele al concetto di talento liquido, ho voluto organizzare qualcosa di diverso dalle classiche presentazioni dei libri. Sono anche uno speaker e formatore, perciò ho creato un vero e proprio evento in ogni città, nel quale non solo presenterò “7 giorni per volare”, che sarà disponibile in anteprima per il pubblico in sala, ma darò vita a un mini corso di formazione al quale parteciperanno, di volta in volta, grandi leader italiani, imprenditori, manager o persone dello spettacolo e di vari settori.
A proposito di leader, recentemente sei stato tra gli speaker protagonisti di Leadership Arena, l’evento promosso dal sito ItalianiOvunque.com, lo scorso ottobre a Barcellona. Come è stata questa esperienza?
Straordinaria come l’evento, perché mi ha permesso di tornare sul palco a Barcellona, dove vivo da quasi vent’anni con la mia famiglia e dove, da tempo, non avevo avuto modo di parlare. Un evento con ospiti prestigiosi, che hanno raccontato storie personali e professionali basate su sfide difficilissime. Anche le loro testimonianze mi hanno ispirato. Credo molto nello storytelling. Io ho avuto grandi ispiratori (ne cito diversi nel mio libro) e credo che i loro insegnamenti siano fondamentali per raggiungere livelli ambiziosi.