Il rientro dalle vacanze torna ogni anno a generare stress e malumore nella maggior parte di noi. Gli ultimi giorni di vacanza sono quelli emozionalmente più impegnativi. La testa inizia inevitabilmente a fare il countdown, il telefono inizia a riempirsi di notifiche, fai lo sbaglio di aprire la mail e il messaggio di qualche solerte collega ti ricorda che la routine è alle porte. Lo stomaco inizia a contrarsi al pensiero di ciò che ti attende. A quel punto inizia dentro di te la durissima battaglia tra il desiderio di goderti a pieno gli ultimi giorni di vacanza e il tentativo di tenere a bada pensieri, ansie e preoccupazioni relative al ritorno. Insomma ti sforzi di concentrarti sul presente, ma la tua mente corre irrefrenabilmente verso il futuro.
E poi arriva il giorno della partenza. Se la tua vita da expat ti ha portato a scegliere di trascorrere le vacanze nel tuo paese d’origine, il rientro è ancora più complicato. Se all’inizio della vacanza hai faticato a ritrovare il tuo posto nel contesto familiare, a riadattarti a dinamiche ormai dimenticate o spesso rifuggite, il momento della partenza ti rimette in crisi.
Ti eri appena riabituato ai ritmi di casa, alle persone, ai suoni, ai profumi ed ecco che ti tocca affrontare una nuova separazione. Il momento del distacco innesca riflessioni tanto ricorrenti quanto destabilizzanti: sto lasciando casa o sto tornando a casa? Dov’è casa? Può essere passato un anno come venti, ma in fondo continui a porti la stessa domanda. Forse perché non c’è risposta. Forse perché “casa” non è un luogo, ma uno stato dell’essere. Là dove ti senti a tuo agio, là dove potresti muoverti ad occhi chiusi, là dove ti senti accolto, là dove si creano i ricordi, là dove c’è un pezzo della tua storia. Spesso parlo delle vite parallele che ogni expat si porta dentro e nel mio immaginario ognuna di quelle vite rappresenta una stanza di quella casa che racchiudiamo in noi.
Settembre, il vero inizio dell’anno
Infine ritorni. Da una parte hai tutta l’energia e la carica dei bei momenti vissuti, dall’altra la nostalgia del ricordo. A questo punto puoi scegliere se crogiolarti nei ricordi o canalizzare quell’energia e mantenerla viva il più a lungo possibile. Settembre, si sa, rappresenta il vero inizio d’anno, il mese in cui si cominciano a imbastire i progetti per l’anno successivo e allora perché non approfittare di quella carica post vacanziera per iniziare con il piede giusto?
Ecco quindi qualche suggerimento per riprendere la routine in modo efficace e positivo al rientro dalle vacanze:
- Inizia la tua giornata con qualcosa di piacevole: una buona colazione, la lettura di un buon libro, 5-10 minuti di risveglio muscolare, buona musica…
- Prenditi 5 minuti di tempo ogni mattina per focalizzare gli obiettivi della tua esperienza expat e immagina quali azioni intraprenderesti se fossi certo che andrebbero a buon fine.
- Completa le attività più importanti, urgenti e difficili sempre per prime.
- Dedica 15 minuti al giorno (o un’ora e mezza alla settimana, domenica esclusa) ad un’attività o a un progetto che ti facciano sentire parte della comunità in cui vivi (volontariato, azione no-profit, attività culturale…)
- Impara una nuova parola al giorno della lingua locale (o di un’altra lingua straniera).
- Fai 10.000 passi al giorno.
- Bevi 8-10 bicchieri d’acqua al giorno (in base al tuo peso corporeo e all’attività fisica che svolgi).
- Sostituisci una “schifezza alimentare” con una porzione di frutta o verdura.
- Sorridi ad ogni persona che incontri e non perdere occasione per utilizzare le tre paroline magiche: grazie, prego e per favore (nella lingua locale naturalmente!)
- Riprendi subito i contatti con le persone che per te sono un punto di riferimento positivo nel paese in cui vivi. Organizza regolarmente degli incontri / attività con loro.
- Dedica 15 minuti al giorno alla tua formazione personale o professionale.
- Ogni sera scrivi tre cose accadute durante la tua giornata da expat di cui ti senti grato.
- Evita di usare lo smartphone la sera prima di addormentarti e sostituiscilo con un buon libro.
Perché 13 suggerimenti? Nel mondo occidentale il numero tredici porta sfortuna! Per te però, Italiano Ovunque, forse può essere interessante sapere che il suono del numero tredici in mandarino (pronunciato shisan) significa “crescita assicurata”. La realtà è una questione di prospettive. Buona ripresa!