Chiara Valerio con “Il cuore non si vede” , terzo romanzo sotto il marchio Einaudi, dopo “Almanacco del giorno prima” e “Storia umana della matematica”, preceduti da altri romanzi con diverse case editrici.
“Il cuore non si vede” parte con un inizio sconvolgente: il protagonista, docente di greco, Andrea Dileva si sveglia senza cuore, e non sa spiegarsi come ciò possa accadere. Il romanzo ha il suo centro pulsante nelle relazioni: Andrea è amabile ed elegante, piace ed è circondato da donne, ma sta scomparendo, nonostante le presenze che lo circondano.
Chiara Valerio è una personalità eclettica nel mondo editoriale. Dopo la laurea in matematica e una fugace esperienza nella scuola come insegnante, che racconta in “Nessuna scuola mi consola”, è contemporaneamente e brillantemente: editor, responsabile di collana, traduttrice, saggista, autrice per la radio e la televisione. Quando la si legge, bisogna armarsi di matita e pennarelli perché ogni giro di frase è un’illuminazione di senso da sottolineare ad imperitura memoria.
Stefano Tofani con “Sette abbracci e tieni il resto” per Rizzoli, terzo romanzo, dopo l’esordio di genere per Giulio Perrone editore, “ L'ombelico di Adamo”, un giallo surreale e brillante con un’attenzione ironica e divertita a una socialità bizzarra, e il secondo romanzo per Nutrimenti, “Fiori a rovescio”, in cui la disabilità viene tratteggiata con una vena umoristica e dolce. Con il solito piglio leggero e pensoso affida la sua voce a un ragazzino di dodici anni, Ernesto con disattenti genitori separati e che ha perso la nonna in un incidente che gli ha lasciato una leggera zoppia. Due gli amici che si contendono la sua attenzione e cura: Elien, che vive come rifugiato in una casa d’accoglienza, e Lucio in carrozzella. A sconvolgere la vita della comunità e di Ernesto soprattutto, che ne è segretamente e perdutamente innamorato, la scomparsa di Martina, una compagna di classe. Una storia per tutte le età, che alleggerisce il cuore, diverte e commuove, a partire dal titolo, che non vi svelo, perché quando scoprirete a cosa si riferisce vi intenerirete sconfinatamente.
Francesca Scotti con “Capacità vitale” torna a pubblicare il suo secondo romanzo con Bompiani dopo “Ellissi”, regalando un altro personaggio femminile che abiterà nell’immaginario dei lettori: Adele, un’avvocato che il destino metterà a dura prova, scombinando tutte le certezze e le basi su cui aveva fondato vita e professione.
Sin dall’esordio, Francesca Scotti sta portando avanti una disamina accurata e sempre curata sull’introspezione, puntando l’attenzione sulle pieghe più recondite, nascoste e inconsapevoli della psiche. I suoi personaggi perforano il solito e il già vissuto, concedendosi in uno spazio intimo e radicale del vivere e del pensare.
Fumettibrutti (pseudonimo di Josephine Yole Signorelli ) con il graphic novel "P. La mia adolescenza trans", per Feltrinelli Comics, con cui aveva già pubblicato circa un anno fa "Romanzo esplicito", dove raccontava con il piglio fortemente autobiografico, che ritorna anche nel nuovo lavoro, il termine di un amore e le sue estreme e dolorose conseguenze. Nel nuovo libro con un’adesione ancora più concreta e autentica, Fumettibrutti racconta la difficoltà di vita in una provincia italiana degli anni zero, da una particolare e personale ottica, con piena e affilata introspezione, senza veli e senza maschere. Un libro che entra nella carne del lettore e attraverso le tavole dai tratti grezzi e lineari lo costringe a mettersi nei panni della protagonista
Ginevra Lamberti con “Perché comincio dalla fine” per Marsilio. Solo lei, con la sua ironia sottile e tinta di malinconia, poteva dissacrare la morte e farla diventare una materia viva e di vivi. Taffo Funeral Services, una tanatoesteta, architetti di oggetti legati al trapasso, e tanti altri personaggi strabilianti tra cui poeti e letterati, e infine lei, la protagonista Ginevra e la sua vita quotidiana. Già con “La questione più che altro” aveva incantato i lettori con la scrittura briosa, il ritmo martellante, l’ironia bizzarra, con il nuovo romanzo ottiene lo stesso effetto del precedente: la felice sensazione di non saper se ridere o piangere, ma la certa consapevolezza di aver vissuto tra le pagine di Ginevra Lamberti.
Michela Murgia con “Morgana”, firmato a quattro mani con Chiara Tagliaferri, come la trasmissione radiofonica in onda e riascoltabile in podcast su Storielibere.fm, un’innovativa piattaforma di narrazioni audio online. Morgana è la terribile e temibile sorella del re Artù, protagonista della riscrittura che della vicenda arturiana propose con “Le nebbie di Avalon” la scrittrice americana Marion Zimmer Bradley negli anni Ottanta del secolo scorso. Michela Murgia aveva scelto questo libro di letteratura “popolare” per il debutto della collana passaparola, ideata e curata da Chiara Valerio, nelle edizioni Marsilio, in cui la scrittrice o lo scrittore raccontano, incastonandolo nella propria biografia, il libro che ha cambiato loro la vita.
Le Morgane del libro, pubblicato da Mondadori, sono dieci: Moana Pozzi, Santa Caterina, Grace Jones, le sorelle Brontë, Moira Orfei, Tonya Harding, Marina Abramovic, Shirley Temple, Vivienne Westwood, Zaha Hadid. Non donne esemplari, tutt’altro, donne invece che hanno spostato i margi
Marcello Fois con “Pietro e Paolo” (Einaudi): La Sardegna di Fois ha sempre un sapore classicheggiante per il raffinato eloquio dello scrittore sardo, prezioso e ricco. Il precedente romanzo, “Del dirsi addio” sempre Einaudi, lo aveva riportato al genere con cui la sua scrittura è nata, il giallo, reso più maturo dalla lunga esperienza accumulata. Con questo nuovo siamo più vicini alle atmosfere della saga dei Chironi, che l’hanno fatto conoscere e amare da un vasto pubblico. Due amici, una guerra da combattere.