“Vivo per lei… la musica” cantava Andrea Bocelli in una nota canzone di molti anni fa. Mai un testo è apparso più adatto a raccontare la vita di una delle più note pianiste italiane dei nostri tempi. Cristiana Pegoraro, originaria di Terni ma residente a New York, insignita nel 2019 del prestigioso “Premio Bellisario” dedicato al talento femminile, ha all’attivo centinaia di concerti nelle sale più prestigiose del pianeta e una carriera brillante anche come compositrice.
Interprete raffinata, che nelle sue esibizioni non si limita ad eseguire un repertorio, ma ama spiegarlo per creare complicità con il pubblico, facendo di ogni esibizione un evento unico, Cristiana Pegoraro fin dal suo debutto nel 1996 al prestigioso Lincoln Center di New York, dove poi si è spesso esibita, ha raccolto successi che hanno premiato la scelta di dedicare la sua vita alla musica. Una decisione presa fin da piccolissima anche grazie a un nonno con la passione per il pianoforte e il violino:
Credo di avere eredito da lui il gene musicale. Non era un professionista ma aveva molta passione per la musica. Io mi sono avvicinata al pianoforte all’asilo grazie a un maestro che ci insegnava a suonare su delle piccole pianole. Fu una folgorazione e a cinque anni già prendevo lezioni private. A dieci sono entrata in Conservatorio e ho cominciato a fare i primi concerti pubblici. Non ho mai avuto dubbi sul fatto che sarei diventata una pianista. Sono convinta che tutti nasciamo con dei talenti, ma per manifestarsi è importante che un bambino venga messo in contatto con ciò che gli fa “scattare la molla”. Se io non avessi avuto il maestro di musica e il nonno, probabilmente non sarei stata vicino a un pianoforte e tutto sarebbe accaduto più avanti.
Da Terni a Salisburgo e Berlino
Una volta diplomata a 16 anni, con il massimo dei voti, lode e menzione speciale, Cristiana Pegoraro decide di proseguire gli studi all’estero per confrontarsi con realtà internazionali che le permettano di crescere. Entra così al Mozarteum di Salisburgo e poi alla Hochschule der Künste di Berlino.
Avevo capito che dovevo misurarmi con realtà più grandi. Non mi interessava essere la migliore pianista di Terni, volevo essere la peggiore di una realtà più grande per poter imparare. L’esperienza non fu facile, non parlavo tedesco perché avevo studiato inglese e vivere da soli a sedici anni, specie per noi italiani abituati a essere “coccolati” dalle nostre famiglie, era una sfida.
A Salisburgo la giovane promessa si ritrova catapultata in un ambiente estremamente competitivo con un training molto duro:
Studiavo sempre, avevamo lezioni anche il sabato e la domenica. Ci facevano imparare cose nuove da un giorno all’altro, bisognava essere veloci, anche memorizzare. Un’esperienza che mi ha insegnato che è importante essere umili negli anni formativi perché si acquisiscono “armi” che poi tornano utili. La velocità di apprendimento mi ha permesso di accettare concerti a brevissimo termine anche se non avevo i pezzi in repertorio. Mi chiudevo in casa a studiare nove ore al giorno e li preparavo.
I sacrifici di una vita dedicata alla musica
Trasferitasi a Berlino, negli anni in cui la maggior parte dei ragazzi conduce una vita con poche responsabilità e all’insegna della libertà da orari e regole, la giovane Cristiana Pegoraro dimostra grande determinazione e un immenso spirito di sacrificio pur di realizzare il suo sogno:
Il mio obiettivo era da un lato suonare in sale prestigiose, amavo l’idea di viaggiare per conoscere paesi diversi grazie alla mia professione, e dall’altro desideravo imparare tanti brani musicali, farmi un repertorio importante. Il repertorio di un pianista è smisurato, non basterebbero 10 vite per conoscerlo tutto. Io ho sempre avuto fame di conoscenza, ma questo ha comportato grandi sacrifici. Tra i 16 e i 24 anni, mentre i miei coetanei uscivano a divertirsi, io facevo una vita quasi monacale, studiavo e basta.
Concerti: racconti che fanno il pieno di premi
Gli sforzi della giovane pianista italiana vengono però presto premiati. Dopo il debutto newyorkese Cristiana Pegoraro colleziona un successo dietro l’altro e stabilisce la sua residenza nella città americana. Il suo curriculum si arricchisce di premi e riconoscimenti prestigiosi come la medaglia d’oro ai Global Music Awards, o il “World Peace Award”, premio conferitole dal Circolo Culturale Italiano delle Nazioni Unite per il suo impegno nel promuovere la Pace nel mondo. Prima donna italiana a suonare nei paesi del Golfo, Yemen, Bahrein, Oman, testimonial dell’Unicef, di Amnesty International, del World Food Programme ed Emergency, l’artista è una convinta portatrice dei valori che accompagnano la musica:
La musica è un messaggio universale che va oltre le barriere politiche e religiose. Il mio non è un mestiere, a me piace considerarlo una missione, quella di trasmettere il bello. Ecco perché quando mi esibisco non mi siedo, suono e me ne vado. I miei sono concerti-racconto. Voglio mettere il pubblico nella condizione di connettersi con me e comprendere quello che andrò a suonare. Racconto aneddoti, spiego perché il brano è stato scritto, a chi era dedicato, etc… In questo modo pubblico e artista riescono a “vibrare” insieme e il messaggio della musica viene molto più apprezzato.
La difficoltà di conciliare carriera e famiglia
Tra le artiste più in vista sul fronte della promozione della musica italiana nel mondo, la pianista di Terni, che ha ripetutamente suonato davanti a tutte le più importanti cariche istituzionali italiane e internazionali, dal Presidente della Repubblica, al Governatore di New York, passando per ambasciatori e rappresentanti delle Nazioni Unite, è molto attiva anche sul fronte dei diritti sociali in favore delle donne. Un tema, quello femminile su cui è molto sensibile per aver sperimentato sulla propria pelle le difficoltà di affermarsi in un mondo ancora prevalentemente maschile. Spiega Cristiana Pegoraro:
Nella musica, come in tanti altri settori, avere successo per una donna è più difficile. Abbiamo fatto tanti progressi ma fatichiamo ancora ad essere apprezzate solo per il nostro talento. Spesso non mancano le insinuazioni e le battute sul come si è state capaci di raggiungere certi traguardi.
I diversi parametri di giudizio tra uomo e donna non sono però l’unico ostacolo nella carriera di una musicista che punti a raggiungere i massimi livelli:
Una professione come la mia, che ti porta costantemente in giro per il mondo, per una donna è difficilmente compatibile con la creazione di una famiglia. Molte donne si trovano di fronte ad una scelta. Ma a un uomo questo non è richiesto.
L’amore per il Tango
Tra le passioni acquisite nel corso della vita newyorkese di Cristiana Pegoraro un ruolo speciale merita la musica sudamericana, della quale oggi è una delle migliori interpreti internazionali grazie all’esecuzione di compositori come Astor Piazzolla, Joaquin Nin ed Ernesto Lecuona. L’artista racconta con entusiasmo come si è avvicinata a questo tipo di musica:
New York è una città cosmopolita che mi ha aperto gli orizzonti. Ho conosciuto alcuni musicisti argentini che mi hanno introdotto al tango. Mi sono subito appassionata. Ho anche cominciato a ballarlo, per capirne meglio le radici, gli stati d’animo e i movimenti. Ho trascritto per pianoforte moltissimi Tanghi di Astor Piazzolla e porto anche questo repertorio con me in giro per il mondo.
L’Italia, amata ma problematica
Benché la sua residenza principale sia a New York, Cristiana Pegoraro mantiene uno stretto rapporto con l’Italia e vive diversi mesi l’anno nel suo appartamento romano. Il quadro che traccia della situazione del nostro Paese non è incoraggiante:
Vedo l’Italia come un paese che va a rotoli specie nel campo artistico. Si risente molto della situazione di caos politico che abbiamo. Le orchestre e i teatri chiudono, organizzare qualsiasi evento musicale è sempre più difficile a causa della mancanza di fondi e di una burocrazia che “ci mangia”. Si fanno attività ma a un prezzo altissimo a livello di tempo e sacrifici e finisce che tanti musicisti bravi vanno a lavorare fuori. È un peccato, a me dispiace molto. Abbiamo un paese meraviglioso, una cultura che tutti ci invidiano, monumenti, clima, cibo… Il nostro è il Paese migliore al mondo, ma nel DNA degli italiani non esiste l’opzione di aiutare e sostenere i propri connazionali. Se sei bravo dai fastidio, invece di essere un esempio. Così non si fanno mai passi avanti. Non siamo proiettati nel futuro. Per fortuna quando viaggio per portare i nostri valori e la nostra cultura all’estero vedo che l’immagine del nostro Paese tra gli stranieri è ancora bellissima.
Tra gli ostacoli che si incontrano nel nostro Paese la pianista italiana sottolinea la scarsa capacità collaborativa, almeno nel suo settore:
Quello artistico è un mondo molto competitivo, dove c’è molta invidia e gelosia. In Italia non c’è il concetto di fare team, di progettare insieme. Da noi ognuno cura il suo orticello, ma questo è limitante. Magari non ti danno contro, ma di certo non fanno nulla per aiutarti.
Il Progetto Ithaka, un messaggio di pace che passa dal Mediterraneo
Tra le ultime iniziative di cui Cristiana Pegoraro è protagonista spicca il progetto “Ithaka – il viaggio di un moderno Ulisse”, che ha debuttato alla Carnegie Hall di New York nel novembre del 2019 con il patrocinio della Rappresentanza Permanente d’Italia presso le Nazioni Unite.
Si tratta di una serie di mie composizioni ispirate alla poesia “Itaca” del noto poeta greco Costantino Kavafis in cui si fa un raffronto tra il viaggio di Ulisse e il viaggio della nostra vita, fatta da tante tappe. In questo spettacolo poesia e musica procedono insieme. Ogni brano simboleggia un passaggio importante dell’esistenza. Tra la primavera e l’autunno porterò il progetto Ithaka in varie capitali che si affacciano sul Mediterraneo, luogo di accoglienza in cui le culture si sono armonizzate fra loro, per condividere un messaggio di pace e di dialogo.