vivi all'estero
Se vivi all’estero ti ripeteranno queste frasi
Erika Bezzo

Erika Bezzo

Erika Bezzo è coach strategico e interculturale, certificata presso l’ICF (International Coach Federation). Fondatrice di ChangeXperience.com, è specializzata nell’accompagnamento di chi lascia il proprio paese per iniziare una nuova avventura all’estero. I suoi 12 anni di esperienza come manager nel campo del marketing e della comunicazione l’hanno portata a vivere e lavorare in Italia, Germania, Francia e Spagna. Tiene sessioni di coaching in italiano, spagnolo, francese, tedesco e inglese. Le lingue, la lettura e la scoperta di nuove culture sono le sue passioni.

Come ogni anno, il ritorno a casa per le feste natalizie racchiude in sé la gioia di ritrovare gli affetti e la difficoltà di ritrovare il tuo posto in luoghi familiari, ma al tempo stesso estranei. Se vivi all’estero devi essere consapevole che il processo di adattamento ha fatto di te una persona diversa e se quando torni nei tuoi luoghi d’origine ti dicono che sei cambiato, sappi che non hanno tutti i torti.

La condizione expat è l’unica che io conosca che imponga all’individuo una serie simultanea di cambiamenti che, affrontati tutti insieme, costituiscono un vero e proprio terremoto emozionale. Il grado di intensità può variare da persona a persona, così come la natura delle crepe che si producono. Alcune sanabili, altre meno. Con alcune impari a conviverci, altre sono più profonde e presto o tardi richiedono un vera e propria ricostruzione personale.

Tutto ciò lo sai solo se vivi all’estero perché, al contrario di un evento sismico, il terremoto emozionale avviene solo dentro di te ed è quindi invisibile agli altri, le scosse le avverte solo chi vive a stretto contatto con te.

Dall’esterno gli altri vedono solo la parte “glamour” della tua vita ed uno dei momenti in cui questo è più evidente è il ritorno a casa per le feste natalizie, ma anche per le vacanze estive, quando tutta la famiglia si riunisce e rincontri la maggior parte degli amici di vecchia data.

Quando vivi all’estero e torni a casa ti diranno queste frasi

Nel corso degli anni ci sono frasi ricorrenti che mi sono sentita dire e che mi hanno dato la percezione dell’abisso esistente tra il ciò che è e il ciò che appare. Mi sono chiesta spesso se ci fosse una mia parte di responsabilità in tutto questo. Forse, essendo positiva di natura,  tendo a condividere più la parte avventurosa, le scoperte, l’entusiasmo, e a tenere per me le difficoltà, la sofferenza, gli sforzi, la stanchezza, la fatica che sono parte integrante di questo cammino. Quando però ho lasciato la mia carriera da manager per iniziare la mia seconda vita professionale come coach, grazie al confronto con i miei tanti clienti expat ho realizzato che non era così. Ciò che io provavo era una sensazione comune a molti expat e questo indipendentemente dal loro carattere. L’essere umano tende a focalizzare la propria attenzione su ciò che luccica, ne rimane abbagliato, e a nulla valgono le tue insistenze sul fatto che non è tutto oro…

A titolo di esempio ho raccolto qui alcune frasi che quando vivi all’estero capita spesso di sentirti  ripetere. Un campionario di espressioni ricorrenti che dimostra il divario tra la realtà vissuta dagli expat e quella percepita dai loro amici, familiari e conoscenti.

#Certo che fai proprio una bella vita!

Detto con lo sguardo di chi sta pensando ai tuoi cambi di paese, ai vari posti che hai conosciuto e in cui sei vissuto… Ricorderò per sempre il giorno in cui un’amica al telefono mi ha detto “Certo che fai proprio una vita da principessa…”. In quel momento avevo appena fatto un trasloco internazionale da sola (mio marito era rigorosamente in ufficio!) con una neonata di appena quattro settimane e una bimba di quattro anni. Ero sfinita dalla stanchezza, stremata dallo stress burocratico e stavo allattando mia figlia seduta su uno scatolone… se solo all’epoca avessi avuto uno smartphone le avrei mandato un video!

#Ma tu sei sempre in vacanza?

Le vacanze arrivano per l’expat come per tutti, ma se nel fine settimana fai una gita fuori porta nei pressi di dove vivi, ciò che per te è un posto dietro casa, per gli altri è un luogo “esotico”, quindi vacanza. Puoi spiegare che, come tutti, lavori a ritmo serrato e che, anzi, molti dei tuoi giorni di vacanza li consumi per trascorrere le feste comandate con la famiglia, per correre in soccorso dei genitori ormai anziani, per andare al matrimonio, al battesimo o al funerale di questa o quella persona cara…ma nella testa di chi ti osserva dall’esterno basta la foto del parco dietro casa per rafforzare la sua credenza che tu sia sempre in vacanza.

#Beato te che lavori all’estero!

Detto come se quest’opportunità ti fosse piovuta dal cielo. Senza pensare che l’espatriato accetta sfide che la maggior parte delle persone rifiuta, sceglie di andare in luoghi impensabili per molti, si lancia fuori dalla propria zona di confort, fa un salto nel buio, spesso trascinando con sé la sua famiglia, che arranca e lotta per ricostruire tutto da zero. In tutto ciò non c’è nulla di beato, c’è una vita di sacrifici fatti per arrivare dove sei, senza regali e senza sconti. Sacrifici come tutti, certo, ma con lo stress aggiuntivo di essere lontano dalla tua famiglia, dai tuoi amici e da tutto ciò che conosci.

#Che fortuna, hai un esercito di babysitter!

Più che una fortuna è un vero e proprio investimento! I tuoi amici, fratelli e sorelle in Italia hanno un esercito di nonni, zii e cugini pronti a correre in tuo aiuto quando i bambini sono malati, quando devi andare in trasferta per lavoro, quando le scuole sono chiuse, quando semplicemente hai bisogno di respirare un po’. E tu, che vivi dall’altra parte del mondo, puoi contare solo su te stesso. La babysitter in questo contesto non è un lusso, ma un’esigenza primaria. E siccome le babysitter sono spesso studentesse che incastrano il lavoro con lezioni ed esami, succede che fai di tutto per crearti un vero e proprio serbatoio di babysitter da cui attingere, perché, in media, su cinque ne trovi una disponibile quando ti serve.

#Non sei stufo di girare? Quando tornerai a casa?

Ogni expat è expat nell’anima prima ancora che geograficamente. Se hai scelto di fare questa vita è perché in qualche modo i confini della tua vita precedente ti stavano troppo stretti. Se hai deciso di metterti in gioco in modo così radicale, difficilmente potrai fare a meno di trasformare ogni traguardo in un nuovo punto di partenza. L’adrenalina del cambiamento è il motore della tua esistenza. E il concetto di casa assume un nuovo significato. Casa è ciò che ti porti dentro, è ciò che ricostruisci ogni volta aggiungendo un pezzo di ciò che sei diventato, è un insieme di rituali e tradizioni che replichi ovunque tu sia, è uno stato dell’essere piuttosto che un luogo.

E allora come reagire a questi tormentoni che se vivi all’estero ti sentirai ripetere senza sosta? Qualche suggerimento per “difendersi”.

Ci sono persone che sanno ascoltare e altre che sono troppo prese da se stesse per poter ascoltare veramente. Con queste ultime una strategia utile è l’ironia, esasperare in modo paradossale la loro credenza, tanto da ridicolizzare la situazione. Ad esempio, se ti dicono che sei sempre in vacanza rispondi che in effetti nel paese in cui vivi hai cinque giorni di vacanza ogni due di lavoro. Dopo un primo momento di sbalordimento, capiranno che stai scherzando e lasceranno cadere l’argomento o la conversazione sarà già andata oltre.

Con chi ha reali capacità d’ascolto vale invece la pena di investire tempo ed energie per raccontare ciò che vivi davvero e come lo vivi. Non tutti saranno in grado di comprenderlo, ma alcuni faranno lo sforzo di addentrarsi un po’ in quella tua parte di mondo invisibile ai più.

Del resto ti sarai accorto che il numero di persone che hai realmente piacere di frequentare quando rientri in Italia si riduce col passare degli anni. Restano gli affetti veri, quelli più autentici, quelli con cui riesci a condividere la tua vita reale, fatta sì di avventure, viaggi, gioia, successi, ma anche di montagne da scalare, ostacoli da superare, vuoti da colmare, stazioni e aeroporti, addii e partenze. La vita vera insomma, non quella della principessa sul pisello, ma quella della principessa sullo scatolone!

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