Da italiana residente all’estero seguo, attraverso i canali di informazione e grazie a quanto mi riferiscono i miei cari, la situazione che i miei connazionali stanno vivendo in patria in questo difficile periodo della nostra vita. Nel momento in cui scrivo i casi accertati di coronavirus a Cipro sono 416, con 33 guarigioni e 11 decessi.
Sembrano numeri piccoli ma su un totale di circa 850 mila abitanti i contagi confermati rappresentano lo 0,005% circa contro lo 0,0021% circa rilevato in Italia (in entrambi i casi rimangono comunque sempre esclusi dal conteggio gli asintomatici).
Lockdown fino al 13 aprile
Fino all’11 marzo 2020 il coronavirus a Cipro, per la maggior parte della gente, appariva come un problema “lontano”, qualcosa da seguire al massimo con curiosità o solidarietà per i paesi -in primis ovviamente Cina ed Italia- che ne stavano vivendo le devastanti conseguenze. Ma il giorno dopo l’annuncio del primo caso accertato che aveva portato alla chiusura precauzionale di alcune scuole, il governo cipriota ha dato il via all’applicazione delle misure restrittive che saranno in vigore fino al 13 aprile 2020 (lockdown period).
I primi dieci giorni circa hanno visto l’applicazione di provvedimenti abbastanza blandi, con la chiusura di luoghi di aggregazione, come palestre e scuole, ma fondamentalmente la vita continuava come sempre. Rimanevano aperti e frequentati: bar e ristoranti, negozi e centri commerciali, luoghi di culto, uffici pubblici e privati. I voli in entrata ed uscita erano per lo più operativi. L’uso di mascherina e guanti era lasciato all’iniziativa individuale.
Rimanevano comunque scarsi i controlli e soprattutto l’osservazione di tali divieti. Per cui, visti gli affollamenti di parchi, spiagge e locali, ed il conseguente aumento dei casi accertati, è stato deciso di applicare regole molto più severe e limitanti. Ciò ha comportato il blocco di tutti i voli in entrata ed uscita, la limitazione della circolazione di mezzi e persone (limitata ad acquisti di generi alimentari e medicine), chiusura di bar e ristoranti, spiagge, chiese, moschee, luoghi di aggregazione. Non è consentita al momento la circolazione, attraverso i checkpoint, tra la Repubblica di Cipro Sud e la Repubblica Turca di Cipro Nord.
Uscite solo autorizzate per sms
Ora è possibile uscire solo una volta al giorno al massimo e per un tempo limitato e ragionevole (indicativamente tre ore), previo invio di sms con richiesta di autorizzazione, corredato dal numero di passaporto o carta di identità, cap di residenza e motivo, a scelta tra: visita medica, acquisti al supermercato o farmacia, recarsi in banca o presso uffici pubblici, aiutare persone non autosufficienti o attività di baby-sitting per i genitori che si devono recare al lavoro. Sono concesse brevi uscite, nei dintorni della propria abitazione, per portare fuori i cani o per fare un po’ di esercizio fisico, nonché è consentito assistere a cerimonie religiose solo qualora non vi partecipino più di dieci persone.
Per arginare il contagio del coronavirus a Cipro i controlli da parte delle forze dell’ordine sono aumentati e le multe sono passate da 150 a 300 euro in caso di violazione delle regole. È inoltre stato imposto il coprifuoco dalle 21:00 alle 6:00, poiché molte persone non rinunciavano ad incontrarsi con parenti ed amici.
L’uso di mascherina e guanti, nonché l’applicazione della distanza di sicurezza è purtroppo (almeno per quanto posso personalmente rilevare nella mia zona di residenza e da quanto mi riferiscono amici in altre località dell’isola), una misura di sicurezza applicata da una minoranza di cittadini coscienziosi e rispettosi delle regole e del buonsenso.
Bisogna comunque dare atto ai cittadini della loro pazienza nel rispettare diligentemente e con serenità le code per accedere a supermercati e banche, e allo spirito di adattamento alla mutata situazione lavorativa, organizzativa ed economica.
Turismo in ginocchio
Come nel resto del mondo, il coronavirus a Cipro sta mettendo in ginocchio l’economia, che si basa in gran parte sul turismo. I cittadini ciprioti e i residenti che rientrano a Cipro dopo un soggiorno all’estero sono posti in quarantena per due settimane in misura precauzionale. Non sarebbe pensabile applicare questa regola ai turisti.
Il governo cederà alle pressioni dell’industria del turismo? Speriamo di no. Molti allo stato attuale si aspettano che dopo il 13 aprile tutto torni alla normalità, ma a mio parere un proseguo del lockdown period è più che auspicabile per non vanificare gli sforzi fatti fino ad ora. Riaprire le frontiere significherebbe aprire le porte anche al virus.
Per arginare in qualche modo i danni economici dovuti all’attuale situazione (e agli inevitabili strascichi che subiremo nei mesi a venire), il governo cipriota ha stanziato 100 milioni di euro per potenziare le strutture ospedaliere e 700 milioni di euro a sostegno dei lavoratori (Financial Support Programme).
Nuove di idee di business ai tempi del Covid-19
Sappiamo che la necessità aguzza l’ingegno e questo vale più che mai ai tempi del Coronavirus. Per sopravvivere o reinventarsi, anche a Cipro moltissimi si stanno orientando sulle soluzioni più ovvie e realizzabili, ovvero: telelavoro, attività online e consegne a domicilio.
I sociologi ipotizzano già da ora che nell’era del post-coronavirus alcuni atteggiamenti e tendenze muteranno, in quanto sarà difficile liberarci velocemente di paure e precauzioni imposte dal social distancing. Ovvero, probabilmente i consumatori si orienteranno sempre più verso servizi online, consegne a domicilio, prodotti per il fai da te. Dobbiamo quindi essere pronti a cavalcare il cambiamento, a maggior ragione in un luogo relativamente piccolo come Cipro.
Il possibile scenario per i prossimi mesi
L’efficacia delle misure di contenimento ci dirà quanto durerà il lockdown period e quali effetti la pandemia di Covid-19 avrà prodotto sull’economia di Cipro (e del resto del mondo), ma anche sulla mentalità delle persone. Ora che siamo più che mai connessi globalmente (grazie al web e al molto tempo libero a disposizione), vediamo ogni giorno nascere nuovi gruppi sui social network che promuovono la riscoperta di valori e il risveglio della consapevolezza individuale e collettiva sui problemi che affliggono l’umanità.
Si dice sempre più spesso che niente sarà più come prima e, a mio personalissimo parere, questa potrebbe essere una notizia positiva. Forse avevamo bisogno di qualcosa che ci bloccasse a livello globale e ci facesse riconsiderare un po’ tutti gli aspetti della nostra vita quotidiana e le nostre priorità. Ognuno faccia le proprie riflessioni e decida cosa intende fare quando ci saremo lasciati alle spalle il Covid-19, ma il mio augurio è che questa fase della nostra esistenza non venga dimenticata, per poterne trarre un insegnamento positivo.
Buona vita a tutti e tanta, tanta salute.