Se non conoscete Stanley Middleton è giunto il tempo di recuperare, grazie a Sem nella traduzione di Alfredo Colitto, che la porta a termine con rara e costante sobrietà. Vincitore del Booker Prize nel 1974 a pari merito con Nadine Gordimer, Holiday, titolo conservato intatto dall’originale, racconta la settimana di vacanza di Edwin Fisher in una marginale località balneare inglese agli inizi degli anni Settanta, che diviene da una parte un’indagine introspettiva affilata come un bisturi sulle ragioni del suo innamoramento per Meg e su quelle, altrettanto sconcertanti e tragiche, del loro allontanamento, e dall’altra un’analisi puntigliosa e accurata, filtrata costantemente dal punto di vista del protagonista, sulla diversa umanità che il trentenne docente universitario incontra durante i vagabondaggi quotidiani nelle località limitrofe e sul gruppo di villeggianti con cui condivide il soggiorno nella modesta pensione, che frequentava da bambino durante le vacanze estive con la famiglia. Nessuna pagina risente del passare degli anni e in ognuna Middleton scava in profondità sui rapporti e le relazioni umane, in ogni più diversa sfumatura.