LORENZO VIGANÒ
Lorenzo Viganò, chi è il giovane Tonino Lamborghini del film
Patrizia La Daga

Patrizia La Daga

Giornalista milanese, co-fondatrice di ItalianiOvunque.com. Si è sempre occupata di temi economici, sociali e culturali e ha condotto trasmissioni televisive su emittenti private. Dal 1999 risiede in Spagna, a Barcellona, dove per alcuni anni ha fondato e diretto la rivista a diffusione nazionale "Ekò", specializzata nella new economy. Nel 2012 ha creato Leultime20.it, sito dedicato ai temi letterari e culturali. Dal 2018 organizza e presenta l'evento di storytelling motivazionale Leadership Arena con grandi personaggi italiani e spagnoli. Leggere, viaggiare e fare sport sono le sue grandi passioni (dopo i suoi due figli).

Essere diretti da un Premio Oscar per un attore non è un’esperienza comune, se poi l’attore in questione è un giovane italiano agli esordi e il film si intitola “Lamborghini – The man behind the legend” (qui il trailer), l’esperienza diventa straordinaria. A viverla è Lorenzo Viganò, ventunenne nato a Barcellona da genitori milanesi e con studi in recitazione al Rose Bruford College di Londra e al prestigioso The Lee Strasberg Institute di New York.

Nel film, che verrà proiettato in anteprima mondiale a Roma il 23 ottobre, Lorenzo Viganò, sotto la direzione esperta del regista Bobby Moresco (Premio Oscar per “Crash”), interpreta la parte di un giovane Tonino Lamborghini, figlio del fondatore della nota casa automobilistica italiana, autore del libro “Ferruccio Lamborghini, la storia ufficiale” (Minerva Edizioni)”, a cui si ispira la pellicola e che l’ha fortemente voluta.

Prodotta da Andrea Iervolino e Monika Bacardi (produzione Lambo Film in esecutiva di ILBE e Notorious Pictures con la collaborazione di Prime Video che lo diffonderà in Italia da gennaio 2023), l’opera cinematografica vanta un cast eccellente in cui spiccano Frank Grillo (Captain America: Civil War), Mira Sorvino (Premio Oscar per “La Dea dell’amore”), Gabriel Byrne ma anche talenti italiani come Romano Reggiani, Fortunato Cerlino e Giovanni Antonacci.

Lorenzo Viganò
Lorenzo Viganò, sul set con gli abiti di scena in una pausa delle riprese, insieme a Frank Grillo, che intepreta suo padre Ferruccio e al Premio Oscar Mira Sorvino, nei panni della seconda moglie di quest’ultimo, Annita.
Il trilinguismo, una risorsa

Una produzione di questa portata, girata interamente in lingua inglese, è un passo importante per un giovane attore che ha dedicato gli ultimi anni della sua vita a perfezionarsi nell’arte della recitazione. Trilingue, italiano, spagnolo e inglese, Lorenzo Viganò simboleggia la generazione di giovani italiani cittadini del mondo, che si impegnano a lasciare un’impronta grazie a una grande passione.

Ma come arriva un italiano cresciuto nella capitale catalana sul set di una produzione internazionale del calibro di Lamborghini? Raccontare questa storia per chi scrive è più difficile del solito, perché l’ha vissuta da vicino come… madre. Scrivere di un figlio è sempre un’impresa ardua, ma è la giornalista non la mamma che firma questo articolo, e lo fa cercando di raccontare, come per tutti i protagonisti di Italianiovunque.com, il percorso umano prima ancora che il traguardo.

Tutta colpa di Grease

Il colpo di fulmine di Lorenzo Viganò con la recitazione risale ai tempi della scuola elementare, ma come sia nata la passione nemmeno il protagonista riesce a ricordarlo. Ricorda però di essersi entusiasmato quando a undici anni gli viene data la possibilità di vestire i panni di John Travolta nel musical Grease nello spettacolo di fine anno, davanti a maestri e genitori. L’esperienza lo diverte così tanto che, come attività extrascolastica, oltre al karate, chiede di poter frequentare un corso di recitazione. Da quel momento non smetterà più di formarsi. Racconta:

Le mie prime volte davanti alla telecamera arrivano dai cortometraggi studenteschi. Gli allievi delle scuole di cinema di Barcellona, come l’Escac, sono sempre in cerca di giovani attori che vogliono fare esperienza così, grazie a mia mamma, che mi preparava foto e curriculum e mi portava a tutti i casting disponibili, sono riuscito ad ottenere vari ruoli.

Lorenzo viganò
(Foto: Paolo Palmieri)

Per un ragazzino l’esperienza reale del set può essere molto distante da quella immaginata e in molti casi scoraggiante a causa delle lunghe ore trascorse a ripetere la stessa scena o alle pause infinite per cambiare scenografie, luci, abiti o trucco. Ma Lorenzo Viganò trova tutto questo affascinante e per nulla noioso. Quando arrivano i primi ingaggi retribuiti, sebbene in modo modesto, comincia a crescere in lui la consapevolezza di voler fare della passione un lavoro. Spiega:

Quando si è trattato di decidere cosa avrei fatto dopo il diploma, ho capito che non avrei potuto fare altro che recitare. Perciò mi sono iscritto alle audizioni di tutte le principali scuole di recitazioni inglesi.

Le audizioni in UK

Mentre nel Regno Unito si discute se uscire dall’Unione Europea, un non ancora maggiorenne Lorenzo Viganò passa diversi giorni a Londra, mettendosi alla prova insieme a migliaia di altri aspiranti attori di tutto il mondo. Le principali Università britanniche che offrono corsi di laurea in acting sono molto selettive e c’è chi ha ripetuto l’audizione per diversi anni prima di essere ammesso: Racconta l’attore:

Molto spesso ero il più giovane tra i candidati e tutti mi consigliavano di fare domanda per il corso propedeutico a quello di Laurea vero e proprio, quello che in Inghilterra chiamano Foundation. Ci tentai e fui ammesso al Rose Bruford College di Sidcup, nel Kent, a una ventina di chilometri da Londra.

 La pandemia e il ritorno a Barcellona

I mesi passati nel Regno Unito risultano determinanti nella formazione di Lorenzo Viganò, che tra un monologo di Shakespeare e l’altro si convince ogni giorno di più che quella dell’attore è l’unica carriera che desidera. Racconta:

La mia famiglia mi ha sempre sostenuto, per aiutarmi hanno fatto di tutto e nessuno ha mai tentato di scoraggiarmi, ma so che erano tutti un po’ preoccupati per me e per il mio futuro. Una cosa è avere un figlio che studia ingegneria, un’altra averne uno che sogna di stare davanti a una telecamera o sul palco di un teatro. Una carriera difficile e incerta. Io però sentivo che quella era la mia strada.

Quando scoppia la pandemia Lorenzo Viganò fa appena in tempo a terminare il corso e a rientrare a Barcellona, dove resterà per tutto il 2020 e parte del 2021. In questo periodo, emotivamente duro, partecipa ai pochi casting che riesce a trovare e ottiene un piccolissimo ruolo nel film per famiglie Dakota, dove per esigenze di copione gli viene richiesto di tagliare i capelli cortissimi, come un marine americano:

Ho sempre portato i capelli abbastanza lunghi e ho sempre detto che l’unico motivo per tagliarli corti sarebbe stata la parte in un film. Cambiare fa parte dell’essere attore. Di certo il taglio non mi donava, ancora oggi la mia cuginetta di otto anni, quando vede una mia foto di quei giorni, mi prende in giro e mi dice che stavo malissimo!

Il casting per Lamborghini in Skype da Chicago

Lorenzo ViganòQuando si tratta di ricominciare gli studi, per Lorenzo Viganò arriva la prima doccia fredda: l’audizione online per accedere al triennio del Rose Bruford College, dove aveva già studiato, non va come sperava. Si tratta di aspettare un altro anno o di trovare un piano B. L’uscita del Regno Unito dalla UE convince Lorenzo Viganò a fare un’esperienza di studio americana, inizialmente a Chicago, dove si trasferisce ad agosto del 2021 per frequentare il corso di Laurea in acting, che però lo delude:

A Londra ero abituato a un livello di esigenza altissimo da parte dei professori, alcuni veri luminari della storia del teatro inglese, che non esitavano a criticarci e a correggerci, mentre in quell’Università erano molto più tolleranti. Sentivo che non stavo progredendo e nemmeno la città mi stimolava, perciò cominciai a cercare un’alternativa.

Risale proprio ai primi tempi del suo arrivo a Chicago il casting più delicato della sua giovane carriera, quello che lo porterà a recitare nel film “Lamborghini – The man behind the legend”. Racconta Lorenzo Viganò:

Quando mi segnalarono il casting, che consisteva nell’inviare un video con paio di scene, ero da poco arrivato in Università e mi trovavo completamente solo in una stanza della residenza studentesca del campus. Non conoscevo nessuno quindi non sapevo a chi chiedere di aiutarmi per farmi dare le battute previste dal copione. La soluzione fu abbastanza macchinosa. Mi diedero una mano mia sorella, che restò in piedi fino alle quattro del mattino, visto che il suo fuso orario era avanti di sei ore rispetto al mio e un caro amico che studiava a Los Angeles. Il tutto registrandomi col cellulare mentre loro erano collegati in Zoom. Un delirio…

 A Cento e a Roma per girare “Lamborghini – The man behind the legend”

Nonostante le difficoltà per girare dei video decenti, l’interpretazione del giovane attore convince il direttore del casting e il regista che lo scritturano per la parte di Tonino Lamborghini con due età diverse: da adolescente e da giovane adulto. Magie del trucco. Racconta Lorenzo Viganò:

Ho girato prima in Emilia Romagna, a Cento, paese natale di Ferruccio Lamborghini e poi a Ravenna e Roma. Mi hanno truccato e vestito come un quindicenne e poi come un venticinquenne. È stupefacente come i professionisti del trucco possano cambiare le persone. Stare su quel set mi ha fatto capire che vorrei starci ogni giorno e non mi annoierei mai.

New York, New York

Dopo l’elettrizzante esperienza del set Lorenzo Viganò fa domanda di ammissione al Lee Strasberg Institute di New York, noto per basare le sue lezioni sul “metodo” e decide di mettersi alla prova. Come molti giovani italiani alle prime esperienze, aiutato dai genitori, affitta una stanza in un appartamento di Brooklyn che condivide con altre quattro persone. Per nove mesi la sua vita è scandita dagli orari, intensissimi, delle lezioni.

Poi il ritorno a casa per doppiare se stesso in italiano e per affrontare per la prima volta nella sua vita il red carpet e le interviste:

Per me il bello di andare sul palco è quello di essere qualcun altro. Non sono abituato a gestire l’attenzione su di me come Lorenzo, non mi è mai interessata in modo particolare. Ma è un paradosso, dato che per diventare un attore di successo e poter raccontare le storie che veramente si vorrebbe raccontare, il nome dell’attore deve essere riconosciuto quanto quello dei suoi personaggi.

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