Si chiama Silvio Irilli e di mestiere dipinge mondi colorati sulle pareti dei reparti più critici degli ospedali, quelli dedicati ai bambini che soffrono. Sono innumerevoli i centri ospedalieri italiani che lo hanno chiamato per rendere più accoglienti le loro unità pediatriche, specie quelle oncologiche, dove paura e sofferenza sono all’ordine del giorno.
Dal 2011, anno in cui il Policlinico Gemelli di Roma “lo scopre” e lo incarica di realizzare le prime pannellature per il reparto di radioterapia oncologica, la sua iniziativa Ospedali Dipinti ha fatto il giro dei nosocomi e dei media italiani e oggi questo artista piemontese, classe 1970, è pronto per esportare la sua esperienza anche all’estero.
Ascoltare Silvio Irilli mentre racconta la sua storia, diventata anche un libro, regala un’enorme carica di energia, esattamente come i suoi murales fatti soprattutto di mare, pesci colorati e cieli azzurrissimi. Il suo percorso, costellato di successi, ma anche di brusche cadute, dimostra una volta in più quanto passione e perseveranza siano doti che permettono al talento di prosperare. Se poi ci mettiamo una buona dose di spirito di iniziativa, accompagnata da grande sensibilità, si ottiene un artista a tutto tondo.
“Lascia stare, con l’arte non si mangia”
L’abilità di Silvio Irilli con le matite nasce con lui. Nessuno in famiglia ha mai avuto velleità artistiche ma questo dono, già visibile alle elementari, viene apertamente osteggiato. Racconta Irilli:
La maestra mi scoraggiava dal seguire la mia vocazione, mi ripeteva di lasciar perdere perché arte, pittura e disegno non mi avrebbero mai permesso di vivere dignitosamente. Così, dopo le medie, influenzato da queste parole e dalle scelte dei miei compagni, decisi di iscrivermi a una scuola di elettronica, anche se la matematica e le materie tecniche non mi erano mai piaciute.
La decisione del futuro artista si rivela sbagliata perché i voti scendono mentre sale la voglia di dipingere.
L’arte era il mio rifugio. In classe mi distraevo e facevo caricature dei professori tra le risate dei compagni. Un giorno venni scoperto e mandato dal preside. Pensavo che mi avrebbe sospeso, invece, sorridendo, mi disse “Ma la caricatura a me non la fai? Sei un fenomeno, dovevi fare l’artistico!”
Le sue caricature sulle copertine dei grandi quotidiani sportivi
Colpito dal talento del giovane alunno, il preside lo sprona a seguire la propria passione e gli dà il consiglio che gli cambierà la vita: inviare le sue caricature ai giornali. Silvio Irilli lascia l’elettronica e si iscrive a una scuola di grafica, poi parte per il militare, ma prima invia ai principali quotidiani sportivi le sue caricature dei calciatori, che non passano inosservate.
Mi chiamarono da Tuttosport e a 21 anni mi ritrovai in prima pagina con una caricatura a colori. Avevo disegnato le coppe europee con dentro gli allenatori. Da lì, la mia carriera cominciò a decollare. La mia firma girava, partecipavo agli eventi, conoscevo personaggi famosi. Proposi anche una collaborazione alla Rai così nel 1998 divenni l’ospite fisso di un programma per bambini che si chiamava Solletico in cui disegnavo in diretta.
La crisi, il lavoro in fabbrica, le camerette per bambini e l’acquario di Atlanta
L’avvento di Internet segna una brusca frenata nella carriera di Silvio Irilli. La crisi editoriale dei primi anni duemila fa perdere mercato alle sue caricature e in breve si ritrova senza lavoro e senza denaro. Per vivere trova un posto in una fabbrica di porte e chiede di fare il turno di notte per poter continuare a dipingere di giorno.
Lo stop forzato dura un anno fino a quando viene assunto dal Parco della Fantasia di Gianni Rodari a Omegna per occuparsi dei laboratori d’arte per i bambini delle scuole. Un’esperienza che lo avvicina al mondo dell’infanzia e gli permette di osservare la psicologia dei bambini.
Intanto, la Rete gli offre nuove opportunità. Intuito il potenziale del web per mostrare le sue opere a un pubblico globale, l’artista decide di aprire un sito personale in cui mostra i suoi murales, soprattutto a tema marino, inizialmente pensati per le camerette dei bambini. E le richieste non tardano ad arrivare.
Ho sempre amato tantissimo i delfini e il messaggio di allegria e gioia che trasmettono. Li vedo un po’ come il cane in versione marina.
Questi soggetti diventano iconici nelle sue opere, tanto che la sua fama arriva oltreoceano dove, nel 2007, gli viene commissionata la realizzazione di un enorme murales per l’acquario di Atlanta, Un’opera di oltre 300 metri quadrati che attira l’attenzione di media e visitatori e diventa una trampolino di lancio per la carriera dell’artista.
“Ospedali Dipinti”
Tornato in Italia, Irilli riceve una chiamata che cambierà profondamente il significato della sua arte: è il Policlinico Gemelli di Roma che gli propone di decorare il reparto di radioterapia oncologica pediatrica. Il progetto mira a rendere l’ambiente più accogliente per i piccoli pazienti e alleviare la loro paura.
Accettai con entusiasmo, ma a condizione che l’ospedale non spendesse un centesimo. Chiesi di provare a raccogliere fondi attraverso eventi e donazioni private, non volevo che il costo del mio lavoro ricadesse sulla sanità pubblica. Funzionò.
Donazioni private e allestimenti rapidi
Da allora tutte le opere di Silvio Irilli vengono realizzate in collaborazione con Onlus o aziende private. Diverse multinazionali si sono avvicinate al progetto Ospedali Dipinti per sponsorizzarlo e l’artista sta pensando di esportare l’idea anche all’estero.
La realizzazione dei murales, che in altri tempi avrebbe richiesto mesi di lavoro, è molto veloce grazie alla tecnologia. Spiega l’artista:
Le opere non vengono dipinte direttamente in ospedale altrimenti bisognerebbe chiudere i reparti per mesi interi. Ho fatto molta ricerca per ottimizzare tutto il processo. Realizzo l’opera in studio, poi tutto viene stampato su prodotti certificati per gli ospedali e quindi avviene una piccola magia: la mattina il reparto è bianco e la sera è totalmente trasformato. In poche ore, con la mia squadra di allestitori, decoriamo le pareti senza sporcare, né disturbare. Ma il vero lavoro è prima, io mi confronto con medici e psicologi perché se c’è una cosa che ho imparato lavorando con i bambini è che è importante mettersi al loro livello, riuscire a immergerli nel mondo che loro immaginano. La tematizzazione del reparto è fondamentale. Se il tema è il mare, per il bimbo è quasi come nuotarci dentro e i personaggi che gli sorridono sono lì ad incoraggiarlo.
Oggi, Silvio Irilli è noto per i suoi progetti in ospedali di tutta Italia, dove il suo tratto artistico e il suo amore per l’arte trovano un significato che va oltre la semplice bellezza. Se gli si chiede di esprimere un desiderio dice:
Il mio sogno lo sto vivendo perché volevo fare il pittore ed è quello che faccio, però in questo momento mentre noi parliamo, di certo c’è un bambino che soffre in qualche ospedale con pareti grigie. Ecco, vorrei poter decorare più pareti possibili.
Un percorso quello di questo artista tenace che dimostra come la determinazione e la passione possano trasformare una vocazione in una missione.